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Il giaguaro uccide l’ocelot. Colpa del cambiamento climatico? (VIDEO)

Rare immagini di un predatore che ne uccide un altro accanto a una pozza d’acqua in Guatemala
 |  Natura e biodiversità

Lo studio “When waterholes get busy, rare interactions thrive: Photographic evidence of a jaguar (Panthera onca) killing an ocelot (Leopardus pardalis)”, pubblicato su Biotropica da Lucy Perera‐Romero e Daniel H. Thornton della School of the Environment della Washington State University – Pullman (WSU)  e da Rony Garcia‐Anleu e Roan Balas McNab della Wildlife Conservation Society, racconta quello che  «potrebbe essere un segnale del conflitto indotto dal cambiamento climatico».

In Guatemala. i ricercatori hanno infatti scattato rare prove fotografiche di un giaguaro (Panthera onca) che uccide un altro predatore, un ocelot (Leopardus pardalis), accanto a in una pozza d'acqua isolata.

Alla WSU spiegano che «Nel filmato, un giaguaro maschio arriva vicino alla pozza d'acqua e apparentemente giace in attesa per un'ora. Lascia passare una preda potenzialmente pericolosa, un grande tapiro, ma quando l'ocelot smette di bere, il giaguaro si avventa e porta via il predatore più piccolo».

L'attacco mortale del giaguaro contro l’ocelot è avvenuto evento nella Reserva de la Biosfera Maya nel marzo 2019, un mese secco in un anno di siccità per questa foresta tropicale centroamericana.

Thornton sottolinea che «Sebbene queste interazioni tra predatore e predatore possano essere rare, potrebbero esserci alcuni casi in cui diventano più diffuse, e uno di questi potrebbe essere per le risorse idriche contestate. La gente non pensa spesso che i sistemi tropicali siano asciutti, ma in molte parti del mondo le piogge tropicali sono abbastanza stagionali e, con il cambiamento climatico, si prevede che alcuni di questi ecosistemi tropicali diventeranno ancora più stagionali. Più le risorse idriche diventano isolate e rare, più diventeranno hot spot di attività».

nella Reserva de la Biosfera Maya, normalmente, i giaguari che possono pesare quasi 100 Kg, predano piccoli animali come armadilli o pecari. Gli ocelot, anche loro carnivori, sono più piccoli dei loro cugini e arrivano a pesare poco più di 15 Kg, i territori di questi due felini si sovrappongono e i due predatori possono incontrarsi mentre sono a caccia o sono indaffarati in altre attività, come appunto abbeverarsi, soprattutto al crepuscolo.

Altri studi avevano segnalato la presenza di DNA e resti di ocelot nelle feci dei giaguari, ma finora nessuno aveva mai visto un giaguaro uccidere direttamente García-Anleu, del Programa para Guatemala della WCS, evidenzia che «Queste incredibili immagini di fototrappole mostrano chiaramente la feroce concorrenza della fauna selvatica per risorse preziose come l'acqua. Sfortunatamente, si prevede che il cambiamento climatico e la siccità associata peggioreranno, il che significa che la fauna selvatica che dipende dalle pozze d'acqua per la propria sopravvivenza ha di fronte anni difficili».

La foresta Maya, che si estende in Messico, Guatemala e Belize, è insieme alla Floresta tropical de Moskitia, in Nicaragua e Honduras, alla Reserva Biológica  Indio Maíz-Tortuguero in Nicaragua e Costa Rica, alla Talamanca Region in Costa Rica e Panama e alla selva de Darién a Panama e Colombia, una delle 5 grandi foreste della  Mesoamerica che si estendono dal Messico alla Colombia, coprendo insieme un'area grande tre volte quella della svizzera e poco meno dell’intero NIcaragua. Le 5 Grandi Foreste sono tutte transfrontaliere e rappresentano le ultime roccaforti della Mesoamerica per giaguari, ocelot e altri animali selvatici  ancora più rari e forniscono a 5 milioni di persone servizi ecosistemici essenziali come l’assorbimento e lo stoccaggio del carbonio, l'acqua pulita e la sicurezza alimentare.

Nel 2018 e nel 2019, i ricercatori avevano posizionato foto-trappole e telecamere accanto a 42 pozze d'acqua nella Reserva de la Biosfera Maya. Nella stagione secca del 2019 solo 21 stagni avevano ancora acqua e nessuno di questi si trovava entro 10 km  dalla pozza d'acqua dove il giaguaro ha assalito l’ocelot. In questo stesso luogo remoto, gli scienziati hanno anche registrato un combattimento tra due giaguari e fotografato un giaguaro che tentava di attaccare un giovane tapiro. Hanno anche notato che quella pozza d'acqua era frequentata da 7 diversi giaguari, un comportamento insolito per una specie che normalmente evita i suoi simili e che è molto territoriale.

L'uccisione dell’ocelot da parte del giaguaro è stata fotografata e filmata nell’ambito di un più ampio progetto di monitoraggio che ha esaminato la distribuzione degli animali nell'intero territorio del nord del Guatemala, soprattutto in relazione alle pressioni umane. «Ironia della sorte – dicono i ricercatori - questa pozza d'acqua era lontana da qualsiasi comunità umana, ma questo non significava che non fosse necessariamente influenzata dall'attività umana».

La Perera-Romero conclude: «Abbiamo le prove che stanno accadendo molte cose legate al cambiamento climatico, ma potremmo non essere a conoscenza di ogni dettaglio, di ogni conseguenza. Ad esempio, in queste bellissime foreste verdi, potremmo non essere consapevoli che il flusso dell’'acqua è un problema serio. Potrebbe essere un'altra fonte di mortalità, a parte la deforestazione, la caccia e tutto ciò che facciamo».

Redazione Greenreport

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