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I maiali sono in grado di utilizzare un joystick per giocare ai video games

E hanno continuato a giocare anche quando sono finite le ricompense in cibo
 |  Natura e biodiversità

Secondo i risultati dello studio “Acquisition of a Joystick-Operated Video Task by Pigs (Sus scrofa)”, pubblicato su Frontiers in Psychology da Candace Croney e Sarah Boysen del Center for Animal Welfare Science della Purdue University,  i maiali sono in grado di apprendere come giocare a un video game gestendo  un joystick.

Allo studio hanno partecipato 2 micro-maiali Panepinto (Ebony e Ivory) e 2 maiali dello Yorkshire (Hamlet e Omelet) che sono stati addestrati a manipolare un joystick che controllava il movimento di un cursore visualizzato sul monitor di un computer. I suini  sono stati ospitati in una struttura al coperto nel campus della Pennsylvania State University. I maiali  dello Yorkshire (rispettivamente 60 e 63 kg all'inizio dello studio) avevano entrambi 3 mesi e erano alloggiati insieme in un recinto al coperto. I maiali Panepinto (43 e 50 kg) avevano 24 mesi e anche loro erano in un recinto al coperto.

L'apparato sperimentale consisteva in un personal computer IBM 386 con un monitor a colori da 33 cm, con un joystick analogico modificato da 11 cm e un distributore automatico di cibarie come ricompense. Tutti i maiali sono risultati presbiti e quindi, durante l'utilizzo del joystick,  il monitor del computer è stato posizionato a circa 45 cm di distanza dagli occhi dei suini.

I maiali sono stati addestrati a comprendere i comandi “joystick” e  “guarda lo schermo” ed è stato chiesto loro di spostare il cursore per entrare in contatto con 3, 2 o 1 bersagli con una posizione sul monitor assegnata in maniera casuale, se il cursore si scontrava con un bersaglio  ai maiali veniva data una ricompensa in mangime. I ricercatori  se il cursore si colpiva un bersaglio. Un’attività che richiedeva non sola comprensione concettuale del compito ma anche buone performance motorie.

Ma i singoli maiali hanno mostrato abilità diverse: tra quelli dello Yorkshire, Hamlet è stato più bravo di Omelet, ma entrambi hanno faticato quando il gioco è diventato più difficile, colpendo l'unico bersaglio per poco meno della metà del tempo.

Tra i micro maialini Panepinto c’è stato un gap di abilità ancora maggiore: mentre Ivory è stato in grado di colpire bersagli 76% delle volte, Ebony ci è riuscito solo il 34% delle volte.

Comunque, gli scienziati sottolineano che, nel complesso, tutti i maiali hanno mostrato una capacità di colpire i bersagli sullo schermo che va significativamente al là del caso, «Il che indica che, in una certa misura, tutti hanno acquisito l'associazione tra il movimento del joystick e del cursore. Che i suini abbiano raggiunto questo livello di successo svolgendo un'attività che era significativamente al di fuori del loro normale quadro di riferimento è di per sé notevole e indicativo della loro flessibilità comportamentale e cognitiva. Anche il loro alto livello di motivazione sociale per svolgere il compito è stato degno di nota. Questi risultati indicano che, nonostante la destrezza e i vincoli visivi, i maiali hanno la capacità di gestire un'attività di videogioco azionato da joystick».

E i maiali ci hanno anche preso gusto: hanno continuato a giocare quando il distributore di ricompense alimentari si è rotto, apparentemente per mantenere il contatto sociale.

Di solito, ai maiali veniva data una pallina di cibo per aver superato un livello di gioco. Ma durante i test, il distributore di cibo si è rotto e loro, quando venivano incoraggiati con parole gentili dai ricercatori. hanno continuato a superare i livelli di gioco.

La Croney ha detto a BBC News che «Questo tipo di studio è importante perché, come con qualsiasi essere senziente, il modo in cui interagiamo con i maiali e ciò che gli facciamo  ha un impatto ed è importante per loro. Anche il  fatto che i maiali possano giocare ai video gamesi - dal momento che sono animali presbiti senza mani o pollici – è notevole».

Nello studio i ricercatori aggiungono che «Studi futuri sulle capacità cognitive dei maiali e di altre specie domestiche potrebbero trarre vantaggio dall'utilizzo di touchscreen o altre tecnologie avanzate interfacciate con il computer.

Kate Daniels, di Willow Farm, ha commentato così i risultati dello studio a Today di BBC Radio 4: «Sebbene gli scienziati possano essere rimasti colpiti, non credo che questo sarà una sorpresa per chiunque lavori con i maiali. Non stanno giocando a Minecraft, ma il fatto che possano manipolare una situazione per ottenere una ricompensa non è affatto una sorpresa». Poi, parafrasato una citazione attribuita spesso a Winston Churchill, ha aggiunto: «I cani ti guardano, i gatti ti guardano dall'alto in basso e i maiali ti guardano dritto negli occhi. Quando guardi un maiale dritto negli occhi, puoi dire che lì c'è intelligenza».

Ma quando giocano i maiali non possono competere con gli esseri umani o con gli altri primati: lo stesso tipo di esperimento è stato provato con scimpanzé e scimmie, che hanno il vantaggio di avere le mani e sono stati in grado di risolvere livelli molto più complicati.

La Croney ha detto alla CNN di sperare che i risultati dello studio «Aiuteranno le persone a riconoscere quanto siano mentalmente sofisticati i maiali. Per più di un decennio, gli scienziati hanno dimostrato che i maiali apprendono velocemente, possono utilizzare  specchi e che hanno una forte memoria».

Commentando lo studio, Christian Nawroth, esperto di cognizione animale, che studia le capre al Leibniz-Institut für Nutztierbiologie  e non ha partecipato alla ricerca, ha fatto notare che «Il videogioco, che richiedeva ai maiali di collegare il movimento del joystick a un cursore su uno schermo, non era facile da risolvere. Sottovalutiamo ancora l'intelligenza dei maiali e degli animali da fattoria in generale. Dato che questa linea di ricerca, la cognizione degli animali da allevamento, sta decollando, probabilmente nei prossimi anni assisteremo a ulteriori ricerche sulle capacità cognitive e di apprendimento più sofisticate degli animali da fattoria».

Redazione Greenreport

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