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La fonte del vaiolo delle scimmie è uno scoiattolo?

I cercocebi mori si ammalano di mpox mangiando la carne di scoiattolo dalle zampe di fuoco
 |  Natura e biodiversità

Il virus del vaiolo delle scimmie (MPXV; Orthopoxvirus monkeypox) è in aumento nell'Africa occidentale e centrale. La maggior parte delle epidemie sono di breve durata, ma recentemente ci sono state epidemie di MPXV (che è arrivato anche in Europa) causate da una trasmissione da uomo a uomo. E’ noto che le epidemie di mpox abbiano origine in eventi zoonotici e, nonostante si parli di vaiolo delle scimmie, si sospetta da tempo che i roditori africani, in particolare gli scoiattoli, siano coinvolti nell'emergenza del virus MPXV, ma finora non era stato stabilito nessun collegamento formale con le epidemie di primati umani o non umani.

Il nuovo studio “Fire-footed rope squirrels (Funisciurus pyrropus) are a reservoir host of monkeypox virus (Orthopoxvirus monkeypox)”, pubblicato preprint, prima della peer review, sul server Research Square di Springer Nature da un team internazionale di ricercatori, descrive un'epidemia di MPXV in un gruppo di cercocebi mori (o mangabey) selvatici (Cercocebus atys) nel Parc National de Taï in Costa d'Avorio ed evidenzia che «L'epidemia ha colpito un terzo del gruppo tra gennaio e aprile 2023, uccidendo quattro neonati. Per tracciarne l'origine, abbiamo analizzato le carcasse di roditori e animali selvatici della regione».

Il team di ricercatori guidato da Fabian Leendertz dell’Helmholtz-Zentrum für Infektionsforschung ha identificato uno scoiattolo dalle zampe di fuoco (Funisciurus pyrropus) infetto da MPXV, trovato morto a 3 km dal territorio dei mangabey 12 settimane prima dell'epidemia ed ha scoperto che «I genomi MPXV dello scoiattolo e dei mangabey erano identici». Per stabilire un potenziale collegamento tra le due specie, è stata studiata la dieta dei cercocebi mori, trovando un video del 2014 nel quale i mangabey mangiano un o scioattolo dalle zampe di fuoco. Inoltre, gli scienziati hanno eseguito analisi di metabarcoding di campioni fecali di mangabey raccolti nei 4 mesi precedenti l'epidemia, che hanno identificato due campioni fecali contenenti il DNA dello scoiattolo dalle zampe di fuoco. «Uno di questi campioni – evidenzia lo studio - è stato anche il primo positivo per MPXV nel gruppo dei mangabey.

Questo rappresenta un caso eccezionalmente raro di rilevamento diretto di un evento di trasmissione interspecie, reso possibile solo dal monitoraggio sanitario a lungo termine. I nostri risultati suggeriscono fortemente che gli scoiattoli dalle zampe di fuoco siano stati la fonte dell'epidemia di MPXV nei mangabey. Poiché scoiattoli e primati non umani vengono cacciati, commercializzati e consumati dagli esseri umani nell'Africa occidentale e centrale, è probabile che l'esposizione a questi animali sia responsabile di almeno una frazione delle epidemie di Mpox nell'uomo».

Uno degli autori dello studio, Placide Mbala, uno dei più importanti epidemiologi del mondo che lavora all’Institut National de la Recherche Biomédicale National di Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, ha detto a Nature che «Individuare i serbatoi virali è fondamentale per spezzare il circolo vizioso della trasmissione. Identificando le fonti, gli scienziati potrebbero collaborare con le comunità locali per progettare strategie per proteggere le persone dall'infezione, ad esempio la manipolazione sicura della carne di animali selvatici».

Alexandre Hassanin, che studia l'evoluzione del vaiolo delle scimmie alla Sorbona di Parigi, ha dichiarato sempre a Nature che «L'identificazione dello scoiattolo è un lavoro investigativo eccezionale e fornisce prove convincenti», ma unsieme ad altri scienziati invita alla prudenza: non sono sicuri che lo studio stabilisca definitivamente che F. pyrropus è un serbatoio del vaiolo delle scimmie, ma plaudono il lavoro di sorveglianza della fauna selvatica a lungo termine.

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.