
Oltre 9 milioni di ettari per la biodiversità: la Lipu mappa i 240 paradisi italiani degli uccelli

La Lipu ha presentato il nuovo inventario delle Important and Biodiversity Areas (IBA), individuando 240 aree ornitologiche d’importanza strategica per la conservazione degli uccelli selvatici in Italia. Con oltre 9,3 milioni di ettari mappati – il 50% in più rispetto al precedente censimento del 2002 – l’inventario sarà ufficialmente presentato sabato 24 maggio all’assemblea per i 60 anni dell’associazione, a Parma, e successivamente trasmesso al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.
Rispetto all’edizione precedente, le nuove IBA sono 113, mentre 81 sono state aggiornate nei confini e nei dati ornitologici. Il 75% delle aree è terrestre, il 25% costiero o marino. Il nuovo censimento permette di coprire circa il 23% del territorio nazionale con aree di valore ornitologico, contribuendo concretamente agli obiettivi europei di tutela della biodiversità, tra cui il 30x30 (30% di territorio e mare protetti entro il 2030).
Tra le regioni con maggior incremento di siti figurano Marche (+18), Sicilia (+16), Sardegna (+15) ed Emilia-Romagna (+13), grazie al miglioramento delle conoscenze ornitologiche locali. Le aree più vaste includono la Maremma viterbese, Castel di Judica e Lago Ogliastro e il Monte Etna in Sicilia.
Sono 116 le specie guida per l’identificazione delle IBA, tra cui spiccano alcune a elevato valore conservazionistico: la gallina prataiola, presente solo in Sardegna e in forte declino; l’astore sardo, sottospecie endemica dell’isola; l’ortolano, legato agli ambienti agricoli marchigiani; l’albanella minore, minacciata dalle pratiche agricole. A queste si aggiungono la coturnice e la coturnice siciliana, la berta minore, il marangone minore, il gabbiano corso e il lanario.
Il quadro complessivo resta preoccupante: il 30% delle circa 250 specie nidificanti in Italia si trova in cattivo stato di conservazione, mentre un ulteriore 33% versa in condizioni inadeguate. L’Italia ospita inoltre 16 specie considerate globalmente minacciate. Particolarmente marcato è il declino degli uccelli legati agli ambienti agricoli, come allodola, calandro, ortolano, stiaccino e averla piccola, come mostra il Farmland bird index della Lipu.
«L'aggiornamento delle IBA arriva in un momento critico per gli obiettivi di biodiversità, sia a livello nazionale che in tutta l'Unione europea», dichiarano Claudio Celada e Marco Gustin della Lipu. Ma molte delle nuove aree ricadono in zone ancora prive di protezione formale: «È dunque necessario tradurre i dati di queste aree in azioni politiche e in una reale conservazione sul territorio».
«Celebrare i 60 anni della Lipu con la presentazione del nuovo inventario delle IBA è particolarmente significativo – dichiara il presidente Alessandro Polinori – perché si tratta di un lavoro centrale rispetto alla missione che la Lipu porta avanti da 60 anni, ovvero la conservazione degli uccelli selvatici, e perché le nuove IBA sono uno strumento preziosissimo per agire, che le istituzioni devono utilizzare per il raggiungimento degli obiettivi della Strategia sulla biodiversità».
