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Primavera in natura: più cuccioli, più soccorsi. Ma attenzione a non sbagliare

«Non sempre prenderli e portarli via è la cosa giusta da fare», spiegano gli operatori della Lipu Cruma
 |  Natura e biodiversità

Con l’arrivo della primavera aumenta il lavoro del centro di recupero della fauna selvatica Lipu Cruma di Livorno, che ogni anno accoglie migliaia di animali selvatici in difficoltà provenienti da tutta la Toscana. In questo periodo, la gran parte dei ricoveri riguarda i nuovi nati: rondoni caduti dal nido, piccoli di merlo raccolti nei giardini, ricci rinvenuti ai margini delle strade. Ma aiutare, talvolta, significa anche sapersi fermare.

«Non sempre prenderli e portarli via è la cosa giusta da fare», spiegano gli operatori della Cruma. Alcuni animali infatti lasciano il nido o la tana prima di sapersela cavare da soli, ma restano comunque sotto la sorveglianza dei genitori. In questi casi, intervenire può interrompere un processo naturale e compromettere le possibilità di sopravvivenza dei cuccioli.

Molti salvataggi sono resi possibili proprio grazie all’attenzione dei cittadini, ma la Lipu ricorda che è fondamentale saper distinguere un animale davvero in pericolo da uno che non necessita di aiuto. Per questo motivo l’associazione consiglia di affidarsi alla web app “Animali Feriti” (animaliferiti.lipu.it): uno strumento semplice e intuitivo che, attraverso poche domande, guida l’utente nel comprendere come comportarsi, cosa fare e cosa evitare in presenza di fauna selvatica ferita o in difficoltà.

In caso di incertezza, è sempre possibile rivolgersi alla polizia municipale del Comune in cui ci si trova, che potrà indicare il centro di recupero competente per territorio. La primavera è una stagione di rinascita, ma anche di fragilità. «Con un po’ di attenzione e gli strumenti giusti – ricorda la Lipu – possiamo fare davvero la differenza».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.