
L’Arcipelago toscano dice addio al prof. Agostino Stefani, custode della biodiversità agricola

Con la scomparsa del professor Agostino Stefani, il Parco nazionale dell’Arcipelago toscano e il mondo scientifico perdono una figura di riferimento nella tutela della biodiversità agricola. Con Stefano se ne va infatti un uomo capace di unire rigore accademico, passione per la ricerca e profondo legame con il territorio.
Docente alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, per anni Stefani ha collaborato attivamente con il Parco nazionale, contribuendo in maniera determinante alla salvaguardia e alla valorizzazione delle risorse genetiche vegetali tradizionali delle isole toscane. A lui si deve l’ideazione e la creazione della Banca del Germoplasma dell’Arcipelago Toscano, che oggi conserva semi e varietà uniche, testimonianza vivente della storia agricola locale.
Proprio nei giorni scorsi, il 15 maggio, si è tenuto a Lacona l’incontro pubblico dedicato alla Banca del Germoplasma, evento nato da un impulso diretto dello stesso Stefani. La malattia che lo affliggeva non gli ha permesso di partecipare, ma il suo pensiero ha attraversato ogni intervento di un appuntamento che ha coinvolto enti di ricerca, università, amministratori locali e coltivatori custodi. Il confronto ha toccato temi chiave come la caratterizzazione genetica delle varietà autoctone, le proprietà salutistiche delle piante tradizionali, la valorizzazione gastronomica delle erbe spontanee.
Il contributo del professore è stato fondamentale anche in ambito istituzionale: grazie a due progetti realizzati tra il 2011 e il 2017 con i laboratori BioLabs della Sant’Anna, numerose varietà di fruttiferi tradizionali dell’isola d’Elba sono state censite e caratterizzate. Un lavoro culminato nel 2017 con la registrazione di sei varietà nel Repertorio regionale toscano, tra cui il Pero Angelica dell’Elba e i fichi Nerucciolo e Popone. Il percorso è poi proseguito, insieme all’agronoma Giulia Spada, con il riconoscimento di ortaggi storici come la Cipolla di Patresi, la Cipolla Ciatta, il Cavolo di Patresi e alcune varietà di fagioli e pomodori a grappolo.
«Con la sua scomparsa, perdiamo non solo uno studioso di altissimo profilo, ma anche un uomo capace di unire passione e interesse per la ricerca con la cura per le persone e il territorio», dichiara il Parco nazionale nel suo commiato. Ma la sua opera «resta un patrimonio indelebile per il nostro territorio e continuerà a ispirare le azioni presenti e future per la tutela della biodiversità agricola dell’Arcipelago toscano».
Anche Legambiente Arcipelago toscano ha voluto ricordare Stefani con parole sentite: «Uno scienziato appassionato, visionario, di grandissima intelligenza e capacità, che sapeva coniugare conoscenza e storia, sapienze e natura. Uno studioso al quale la natura delle nostre isole deve molto».
