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Nel Parco della Maremma si sono dimezzati i lupi nell’ultimo triennio

Eppure per il Comitato pastori d’Italia la proposta di estensione dell’area protetta è un «problema da non sottovalutare»
 |  Natura e biodiversità

«Nell’ultimo triennio il numero di lupi presenti nell’area protetta si è dimezzato, passando da circa 20-25 esemplari nel 2022 a circa una dozzina a fine inverno 2025. Abbiamo registrato una flessione nelle riproduzioni e, conseguentemente, una flessione del numero di individui che, seppur motivata da ragioni complesse, può essere ricondotta al raggiungimento di un equilibrio dinamico tra predatori e prede, anche in seguito alla diminuzione del numero di ungulati che nel Parco è avvenuta negli scorsi anni, sia a causa della presenza stessa del lupo, che grazie alle politiche di gestione e contenimento messe in atto dall’Ente».

È quanto emerge in base ai dati forniti oggi dal professor Francesco Ferretti, in merito ai costanti monitoraggi commissionati dal Parco della Maremma agli zoologi dell’Università degli Studi di Siena. Un tema che è tornato in questi giorni alla ribalta della cronaca con una nota di Mirella Pastorelli, presidente del Comitato pastori d’Italia, in cui si mette in relazione il progetto ampliamento del Parco con l’ennesima predazione, avvenuta in un’area lontana dai confini del Parco e al di fuori del progetto di sviluppo futuro e si fa riferimento alla proposta di estensione come a un “problema da non sottovalutare” che, a suo avviso, è stato “tenuto nascosto fino adesso”.

«In primo luogo, non si capisce la correlazione, enunciata da Mirella Pastorelli, tra l’attacco a un gregge avvenuto nella zona di Albinia e la proposta di ampliamento del Parco sulla golena dell’Ombrone – commenta il presidente dell’area protetta, Simone Rusci – Nessuno ha tenuto segreto l’ampliamento del Parco ma, anzi, il progetto è stato più volte annunciato e ripreso anche dalla stampa, ancor prima dell’avvio formale del procedimento e, quindi, nella massima trasparenza, in una fase in cui la stessa legge non prevederebbe obblighi di comunicazione. Ribadisco, perciò, che nessuno vuole secretare l’ampliamento del Parco, ma che anzi, proprio in considerazione dell’importanza di una proposta di questo tipo, è intenzione mia e dell’Ente avviare un dialogo con tutti gli attori che, in qualche modo, possono essere interessati».

Il tema centrale posto da Mirella Pastorelli è però la presunta relazione tra l’esistenza dell’area protetta e la presenza del lupo: «Ma il Parco – continua Rusci – non mette in atto misure di tutela più restrittive a salvaguardia della specie rispetto alle aree esterne ed è quindi completamente irragionevole, illogico e pretestuoso associare questi due temi. Anzi, è vero il contrario, visto che all’interno dell’area Parco vengono fatti monitoraggi, che ci permettono una conoscenza molto più dettagliata dei comportamenti, del numero dei lupi e degli adattamenti, permettendoci così una più efficace gestione delle conflittualità che, in alcuni casi, possono manifestarsi».

«Possiamo dire in sintesi – conclude il presidente del Parco – che le popolazioni di lupi e ungulati all’interno del Parco sono attentamente monitorate e, diversamente dal resto del territorio, la gestione di queste due specie è maggiormente tenuta sotto controllo. In una prospettiva futura, nella quale le politiche di tutela del lupo potrebbero essere modificate, il patrimonio di conoscenze maturato all’interno delle aree protette sarà di fondamentale supporto alle politiche di gestione del lupo, sul territorio regionale e nazionale. Ampliare il Parco nell’area golenale significa, dunque, conoscere e controllare la presenza e i comportamenti del lupo in una zona prossima alla città e non certo incrementarne il numero».

Redazione Greenreport

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