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Molluschi bivalvi, alleati naturali contro il cambiamento climatico

Uno studio evidenzia come cozze, vongole e ostriche allevate in modo sostenibile, sequestrino milioni di tonnellate di carbonio ogni anno e migliorino la qualità delle acque
 |  Natura e biodiversità

Uno studio pubblicato su Science of the Total Environment esamina gli effetti dell’allevamento di molluschi bivalvi (come cozze, ostriche e vongole) sullo stoccaggio del carbonio nelle acque e nei sedimenti marini. I risultati suggeriscono che questa pratica potrebbe contribuire alla cattura del carbonio, offrendo potenziali benefici nella lotta al cambiamento climatico.

Vongole, cozze e ostriche rappresentano un successo ambientale, perché l'allevamento sostenibile di questi molluschi è in forte espansione e non servono fertilizzanti o pesticidi per coltivarli, né tantomeno cibo. Essendo organismi filtratori, si procurano il cibo da soli, spesso rendendo l'acqua circostante più pulita.

Si stima che l’acquacoltura globale di bivalvi sequestri 5-7 milioni di tonnellate di carbonio all’anno sotto forma di gusci, una quantità paragonabile a quella trattenuta da mangrovie e praterie marine.

Secondo gli autori dell'articolo preferire molluschi di allevamento farebbe bene al pianeta poiché sono in grado di ridurre il carbonio sospeso nell'acqua e aumentare il deposito del carbonio nei sedimenti attraverso i processi di alimentazione.

INGV

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) è stato costituito con Decreto legislativo 29 settembre 1999, n. 381, dalla fusione di cinque istituti già operanti nell'ambito delle discipline geofisiche e vulcanologiche: l’Istituto Nazionale di Geofisica (ING), l’Osservatorio Vesuviano (OV), l’Istituto Internazionale di Vulcanologia di Catania (IIV), l’Istituto di Geochimica dei Fluidi di Palermo (IGF) e l’Istituto di Ricerca sul Rischio Sismico di Milano (IRRS).