
In Sicilia 200 nidi di tartarughe marine: le deposizioni non si fermano e intanto arrivano le prime schiuse

A maggio avevamo segnalato che era in Sicilia il primo nido di tartaruga marina del 2025, e oggi la nuova, buona notizia: adesso i nidi sull’Isola sono diventati 200.
Mentre nei giorni scorsi si è avuta la prima emersione “targata Wwf” di neonati di Caretta caretta, all'interno del lido dell'albergo Fontanebianche (Siracusa) il network Tartarughe marine dell’associazione, coordinato dalla biologa Oleana Prato, registra (e supera, con i 6 nidi di ieri nelle province di Ragusa, Siracusa e Messina) la cifra record di 200 nidi censiti e messi in sicurezza dall’inizio della stagione delle deposizioni, circa 2 mesi fa. Questo il resoconto per aree fornito dall’associazione ambientalista: 83 nidi in provincia di Siracusa, 47 Ragusa, 41 Agrigento, 14 Trapani, 10 Messina, 9 Catania, 4 Palermo.
Come informa il Wwf, la prima schiusa di Siracusa è stata seguita sul posto dall’operatore Giuseppe Di Rosa, che proprio la mattina stessa si era laureato in Biologia. In precedenza, Di Rosa aveva censito altri due nidi ed effettuato un trasloco. I nidi vengono traslocati dagli operatori autorizzati nei casi in cui la posizione sia a rischio mareggiate, perché troppo vicina alla battigia. Altra curiosità: ben 9 nidi nell’area della Riserva e Oasi Wwf di Torre Salsa, a Siculiana, a conferma del ruolo positivo della riserva che tutela un ampio tratto di costa agrigentina.
«Un grazie al lavoro di tutte le associazioni sono numeri straordinari e si deve dire grazie a tutti i volontari del Wwf e alle associazioni locali che hanno reso possibile tutto questo» – ha detto Oleana Prato, coordinatrice Progetto tartarughe marine Wwf in Sicilia.
«Questo aumento di nidificazioni è una bellissima notizia, frutto sicuramente dell’aumento della sensibilità delle persone, dei turisti, degli operatori balneari – ha detto Laura Pintore, Marine Life Expert Wwf Italia –. Molti nidi che in passato non venivano segnalati non sfuggono oggi all’impegno dei volontari Wwf, che setacciano i litorali, ma è aumentata anche la collaborazione dei lidi. Stiamo assistendo anche ad una estensione dell’areale di nidificazione in aree dove prima non c’era traccia di nidi, nel tirreno settentrionale: ad esempio in Toscana e persino Liguria. Questo aspetto potrebbe essere l’altra faccia della medaglia, legata al cambiamento climatico o a condizioni non più idonee in altre aree del Mediterraneo, a causa della urbanizzazione delle coste. E le tartarughe fanno quello che fanno da milioni di anni. Si adattano».
Risultati da record vengono segnalati anche in Calabria, dove il Wwf sta seguendo circa 50 nidi ed è stata registrata una prima schiusa in provincia di Crotone, e nell'arco Ionico tra Puglia e Basilicata dove invece sono 15 i nidi messi in sicurezza.
Come sottolinea il Panda, un ruolo importante in questo contesto di crisi climatica lo svolge anche Life adapts, di cui Wwf è partner, un progetto cofinanziato dall’Unione Europea che coinvolge 7 enti tra Italia, Grecia e Cipro e coordinato dal Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa. L’obiettivo di sviluppare strategie di adattamento al cambiamento climatico per tutelare habitat e specie vulnerabili come le tartarughe marine e le foche monache del Mediterraneo. Il progetto utilizza tecnologie avanzate (eDNA, droni, fototrappole, telemetria satellitare), coinvolge le comunità locali e promuove soluzioni replicabili per la protezione delle spiagge di nidificazione.
