
Secondo il nuovo Piano faunistico-venatorio della Toscana la caccia fa bene alla biodiversità

Ieri il Consiglio Regionale della Toscana ha approvato l’adozione del nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale, che sostituisce il precedente scaduto da 10 anni. Ma cosa c’è in questo nuovo Piano?
- per quanto riguarda la destinazione differenziata del territorio, una semplice fotografia dell’esistente, con una superficie protetta che non aumenta di un metro quadro
- un tentativo concomitante di aumentare, piuttosto che di contenere, un’attività venatoria di cui la Regione tende a nascondere gli impatti ed anzi a magnificare fantomatici effetti positivi.
- l’assenza di qualsiasi proposta per aumentare il livello di tutela delle specie in difficoltà.
- anche per quanto riguarda il rapporto fra fauna selvatica e colture agricole (in particolare per quanto riguarda le popolazioni di ungulati) ancora una volta l’unica modalità proposta è quella del fucile, nonostante che sia ormai evidente la non efficacia (e la pericolosità) del sistema in atto
Oltre 1000 pagine di provvedimento e di allegati, sostanzialmente per dire che tutto va bene così, che si può continuare a cacciare così, anzi, che bisognerebbe cacciare di più, dato che, si afferma, la caccia farebbe bene alla fauna selvatica, come nel caso degli appostamenti fissi di caccia, dipinti paradossalmente come “oasi di biodiversità” invece che per quello che sono, cioè trappole terribili e mortali per la fauna.
In qualche caso, di fronte all’evidenza, si ammette anche che la caccia costituisce una criticità (per esempio per siti come il Padule di Fucecchio, il Lago e Padule di Massaciuccoli, gli Stagni della Piana Fiorentina), ma niente si fa per ridurre questa criticità, come niente si fa per ridurre l’impatto della caccia sulle tante specie in difficoltà (basti pensare, per esempio, a Combattente, Moriglione, Pavoncella, Moretta, Tortora selvatica, Allodola; ma la lista sarebbe lunga...).
Nonostante l’evidenza di una crisi gravissima e diffusa della diversità biologica e di fronte ad una Unione Europea che detta specifici obiettivi da conseguire per la tutela della biodiversità entro il 2030, la Regione Toscana resta incatenata alle solite pressioni del mondo venatorio, che paralizzano ed impediscono qualsiasi reale tutela della nostra fauna selvatica. E la biodiversità scompare... e non tornerà più.
Si apre adesso la fase di osservazioni al provvedimento prima della definitiva approvazione. Il WWF parteciperà con le sue proposte e invita tutti i cittadini a fare sentire la propria voce.
