L’omosessualità nell’uomo e negli altri animali
L’omosessualità, oltre che nella nostra specie, è diffusa in molte altre specie animali, soprattutto nei mammiferi superiori, scimmie in particolare. Le stimolazioni sessuali tra individui adulti dello stesso sesso sono state viste in diverse circostanze negli scimpanzé, nei macachi e in altre specie di scimmie adulte, ma anche tra adolescenti soprattutto nel momento in cui raggiungono la maturità sessuale.
È proprio su queste scimmie che vogliamo focalizzare la nostra attenzione, anche per conoscere qualcosa di più sull’omosessualità nell’uomo e capire se questo comportamento abbia delle radici culturali o non abbia niente a che fare con la cultura. Che cosa c’entra la cultura con l’omosessualità? C’entra, perché l’omosessualità può diventare una sorta di tradizione, esattamente una tradizione culturale. L’omosessualità, come qualsiasi altro comportamento culturale, si scopre e poi si diffonde nella comunità: proprio come, per esempio, l’uso dei bastoncelli da parte degli scimpanzé per estrarre le termiti dai termitai o l’uso delle erbe medicinali che questi animali fanno per curarsi il mal di pancia. L’omosessualità può diventare una strategia utile a molti scopi, per esempio quello di formare nuove alleanze non ottenibili diversamente, in cui vengono utilizzati comportamenti omosessuali che sono diversi, ovviamente, da quelli utili alla riproduzione.
Osservando il comportamento omosessuale nelle scimmie è stato possibile arrivare alla conoscenza delle strategie che vengono utilizzate in queste circostanze. Con le scimmie è molto più facile, mentre lo è molto meno nell’uomo, arrivare alla conoscenza delle variabili sociali che spingono questi animali a comportarsi in questo modo.
Ma attraverso quali atti si manifestano preliminarmente questi comportamenti? Uno molto importante è la pulizia reciproca del pelo tra futuri partner omosessuali, per passare poi alla stimolazione degli organi sessuali maschili e femminili individuale o reciproca, quindi alla monta con penetrazione parziale o totale dei maschi, con eiaculazione, in parte esterna, ma anche interna. Nelle femmine, dopo la stimolazione manuale o orale degli organi sessuali, seguono strusciamenti pelvici nelle posizioni più bizzarre che si possono immaginare. Spesso nella monta tra femmine, una delle due assume il ruolo maschile e l’altra quello femminile, proprio come nelle donne lesbiche. Lo strofinamento degli organi sessuali della femmina che momentaneamente assume il ruolo maschile è molto più amplificato che nella femmina che assume il ruolo opposto. Entrambe, però, si eccitano e ciò si evidenzia con l’emissione di gemiti particolari accompagnati da espressioni facciali che sono tipiche in queste circostanze. L’orgasmo viene sovente raggiunto sia tra i maschi sia tra le femmine, con spasmi muscolari, che nelle femmine sono più evidenti che nei maschi.
Nelle scimmie l’omosessualità non è quasi mai legata all’attività riproduttiva, ovviamente, cioè difficilmente si manifesta quando le femmine sono in estro. In questo periodo sono più frequenti i rapporti eterosessuali. In sostanza, nelle scimmie, le analogie con le attività omosessuali nell’uomo sono veramente sorprendenti. Nei macachi e negli scimpanzé, soprattutto nello scimpanzé nano (Pan paniscus), l’omosessualità è diffusa nelle diverse fasce di età. I maschi possono essere adulti, ma anche giovani. Anche le femmine possono appartenere a diverse fasce di età. Possono essere primipare, multipare, essere incinte o in fase di allattamento dei piccoli.
In queste attività una variabile coinvolta molto importante è il ruolo dei partner nella società. Per esempio, l’omosessualità tra femmine è più diffusa tra quelle di basso rango. I maschi tendenzialmente sono invece individui di alto rango e dominanti. È molto raro che un maschio alfa si accoppi con un maschio di basso rango o posizionato ai margini della società o magari in procinto di essere cacciato dal gruppo, come spesso capita negli scimpanzé e anche nei macachi in sovrannumero nel gruppo, e che quindi disturbano la struttura ad harem in cui vivono.
Alcuni adolescenti lo fanno per gioco, altri perché ci possono intravedere la possibilità di progredire nella scala sociale e di stabilire dei legami di tipo affettivo, emotivamente molto forti, che non dipendono da condizionamenti ormonali e quindi dal livello di estrogeni e testosterone nel sangue. Infatti, l’omosessualità si manifesta spesso nei momenti in cui questi livelli ormonali sono piuttosto bassi e quindi al di fuori del periodo riproduttivo.
Quasi sempre nelle scimmie, ma anche nell’uomo, nell’omosessualità esiste comunque una relazione di dominanza/sottomissione tra i partner. Nella generalità dei casi chi monta è lievemente più dominante di chi viene montato, ma i vincoli che i due partner si prefiggono di stabilire possono essere, come si diceva precedentemente, anche affettivi ed emozionali.
Per poter parlare dell’omosessualità nell’uomo è importante riferirsi a queste parole della frase precedente “si prefiggono di stabilire”. Ed è qui il nocciolo della questione. L’omosessualità nell’uomo non ha origine da un disturbo di carattere, né deriva da un complesso psicologico, per esempio quello di Edipo – tutte queste teorie psicoanalitiche ci hanno sempre portato fuori strada – e, ciò che è più importante, non esiste il gene dell’omosessualità, come invece qualcuno vuole farci credere.
L’omosessualità non è uniformata a niente e a nessuno. Nell’uomo è soprattutto una condizione esistenziale con forti implicazioni sociali, ambientali, soprattutto familiari, con un rischio purtroppo ancora presente di stigma sociale. C’è comunque da sottolineare il fatto che l’omosessualità non è poi così diffusa. Tutt’altro. È un’eccezione, altrimenti una specie – qualsiasi specie – correrebbe il rischio di estinguersi. Non è quindi la regola, altrimenti si dovrebbero mettere in discussione le teorie evoluzionistiche darwiniane sulla riproduzione sessuale.
L’omosessualità può essere utilizzata per scopi che sono talvolta difficili da immaginare, soprattutto nell’uomo. Per esempio, una strategia potrebbe essere, come nelle relazioni eterosessuali o bisessuali, di avere relazioni omosessuali con omosessuali importanti, uomini (o donne) di potere e ricchi, per avanzare più velocemente nella carriera, per acquisire prestigio, per avere successo, cioè per raggiungere degli scopi che senza questa forma di relazione sarebbero impossibili da raggiungere, come per esempio capita di vedere nel mondo della moda e del cinema, soprattutto quello di Hollywood ma non solo. Oggi, in questi ambienti, anche se non sempre, si ostenta l’omosessualità senza problemi (anche se in verità non si è omosessuali), non la si nasconde. Fortunatamente non suscita più scandalo o indignazione, come invece accadeva un tempo.