All’Elba sabotate le trappole del Parco nazionale per la cattura dei cinghiali
All’Elba tra il 2023 e il 2025 la percezione del cinghiale come problema è cresciuta in modo netto: la quota di intervistati che giudica la sua presenza problematica è passata dal 77% al 93%, e all’interno di questa cresce soprattutto chi la considera “molto problematica” (dal 47% al 74%). La situazione è stata ulteriormente aggravata da un tragico incidente stradale avvenuto nel maggio 2025, eppure oggi il Parco nazionale dell’Arcipelago toscano denuncia «con rammarico» episodi di sabotaggio alle attività di cattura regolarmente autorizzate e condotte nel rispetto delle normative vigenti nel territorio di sua competenza.
In particolare, nella giornata del 4 agosto, è stato rilevato un grave episodio di interferenza in località Capepe, nel Comune di Marciana, dove la trappola denominata “28 Marciana castagni” è stata manomessa da ignoti con il probabile intento di liberare gli animali precedentemente catturati. L’accaduto è stato prontamente denunciato al reparto Carabinieri del Parco, a cui è stata data piena disponibilità per ogni eventuale approfondimento e intervento.
«Non si tratta di un unico episodio, purtroppo, ma solo l'ultimo di una lunga serie già segnalata alle forze dell’ordine – ricorda nel merito il Parco – Tali azioni, oltre a costituire una violazione delle leggi in materia di tutela ambientale e faunistica, compromettono gravemente gli sforzi di gestione e contenimento di una specie alloctona che sta mettendo a rischio la sicurezza delle persone, la biodiversità locale e l'equilibrio degli ecosistemi insulari».
Il Parco nazionale dell’Arcipelago toscano è senza presidente, in attesa che venga affrontata e sciolta la spinosa questione politica ancora aperta dal termine del mandato di Giampiero Sammuri, ma a chiedere l’eradicazione non è solo un comitato locale, ma direttamente la Comunità del Parco – rappresentanza di Comuni, Regione e Province competenti – col suo presidente, Simone Barbi, che ha già fatto appello alle autorità per l’insediamento di un commissario straordinario ad acta, col conseguente avvio di un immediato piano di eradicazione, secondo le modalità tecniche e le tempistiche prospettate dall’Ente Parco con lo studio presentato la scorsa primavera.
Nel merito, il Comitato eradicazione cinghiali Elba torna a rivolgersi «con urgenza» ai ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura, alla Regione Toscana, al Parco, ai sindaci dei Comuni dell’isola e a tutte le istituzioni competenti, per «sollecitare un intervento deciso e immediato per affrontare l’emergenza ungulati sull’Isola d’Elba, un problema che compromette la sicurezza pubblica, l’agricoltura, la biodiversità e il turismo. La proliferazione incontrollata di cinghiali e mufloni, specie alloctone introdotte a fini venatori e ornamentali, ha raggiunto livelli insostenibili, come evidenziato da numerosi studi, tra cui quello dell’Ispra, che sottolinea l’impatto devastante di queste specie sulla biodiversità insulare».
Consapevoli delle «sensibilità etiche» legate al termine “eradicazione” , dal comitato propongono di avviare un piano intensivo di gestione della popolazione di cinghiali e mufloni, che preveda: aumento significativo dei prelievi attraverso abbattimenti selettivi, condotti da personale qualificato e in conformità alle normative vigenti; utilizzo di recinti per catture massive, dotati di apparecchiature di controllo remoto, unitamente ad un incremento del numero dei chiusini singoli e di tutte le altre tecniche non letali per ridurre la densità delle popolazioni; interventi continuativi per tutto l’arco dell’anno, sia all’interno che all’esterno del territorio del Parco Nazionale, per alleggerire in maniera intensa e veloce la pressione degli ungulati sull’ecosistema e sulla comunità elbana.
«Per l’avvio di questa massiccia operazione, riteniamo – dichiarano dal comitato – che le risorse già messe a disposizione da Gat (Gestione associata turismo) e dal Parco nazionale dell’Arcipelago toscano possano rappresentare una base sufficiente per iniziare i prelievi in tempi brevi, garantendo un’azione coordinata ed efficace. Tuttavia, per assicurare il successo del piano, è indispensabile che la Regione Toscana provveda quanto prima alla nomina di un Commissario straordinario, che sia ovviamente scevro da condizionamenti di parte venatoria e dotato di poteri e risorse adeguate per superare le lungaggini burocratiche e coordinare le operazioni in sinergia con Regione, Parco nazionale, Comuni e associazioni».