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Le tartarughine marine, le luci sulla spiaggia e il turismo sostenibile

Legambiente Arcipelago toscano ha realizzato una “pista di ammaraggio” per il nido di Procchio, ma adesso serve la collaborazione di tutti
 |  Natura e biodiversità

Le volontarie e i volontari di Legambiente stanno facendo i turni 24 ore su 24 per consentire alle tartarughine marine che probabilmente usciranno dal nido di Campo all’Aia, a Procchio, di raggiungere il mare senza troppi disturbi antropici. Per questo è stata realizzata una “pista di ammaraggio” con una rete ombreggiante e il Comune di Marciana ha provveduto a oscurare i lampioni sulla strada che illuminerebbero il nido e farebbero ritornare le tartarughine disorientate sulla spiaggia, mettendo a rischio la loro vita e impedendo loro di allontanarsi dai molti rischi che si trovano ad affrontare troppo vicino alla costa.

La collaborazione e la curiosità, anche tra gli operatori balneari e i turisti, sono grandi, con qualche nota stonata, a cominciare da un grande albergo sul lato occidentale della spiaggia che ha deciso di non spegnere le potenti luci che illuminano a giorno l’arenile e che attrarranno inevitabilmente diversi esemplari delle tartarughine in dispersione in mare. Poi ci sono le forti luci sul lato orientale della spiaggia, alla Guardiola.

È già successo in altre spiagge elbane, anche con luci più distanti dal nido delle tartarughe che attualmente a Procchio. Eppure, la risposta della direzione e proprietà del grande albergo alle richieste di spegnere le luci sulla spiaggia nelle ore notturne è stata che non ci pensano nemmeno a spegnere e che comunque quelle luci sono lontane e non danno noia alle piccole tartarughe.  

Naturalmente, tutti i testi scientifici e l’esperienza di anni fatta sulle spiagge del Mediterraneo e del mondo da scienziati e volontari dicono il contrario, ma forse a Procchio abbiamo trovato i più grandi esperti di tartarughe marine e inquinamento luminoso del mondo. Li abbiamo già segnalati a TartaWorld per un riconoscimento.

In realtà, questa risposta, questo diniego di un importante e famoso Hotel la dice lunga su cosa si intenda all’Elba per “sostenibilità del turismo” e di quanto si sia lontani dalla realtà quando si afferma che “L’Elba è già un’isola sostenibile”.

È evidente la contraddizione di un grande albergo che, a fine stagione, non riesce nemmeno a smorzare per qualche notte le inutili luci sulla spiaggia perché teme che ai suoi clienti non piaccia, mentre in realtà i turisti, anche quelli stranieri, apprezzerebbero tantissimo il sacrificio di qualche luce, se venisse loro spiegato che va a vantaggio delle piccole tartarughe marine. I tartawatcher di Legambiente sono sempre stati disponibili a spiegare tutta la questione e hanno spesso trovato operatori turistici disponibili e turisti entusiasti nel collaborare.

È evidentissimo che qualcosa non quadra tra il diniego ad aiutare le tartarughe a raggiungere il mare, così come cerca di fare un progetto di Legambiente e Parco Nazionale, e quanto vanta sul suo sito internet lo stesso albergo: “Nel 2022 ha ottenuto la certificazione CETS (Carta Europea del Turismo Sostenibile) che impegna l’Hotel a migliorare il proprio comportamento ambientale nell’ambito di un accordo di collaborazione con il Parco Nazionale Arcipelago Toscano”.

Lusso, accoglienza ed eleganza sono indubitabilmente rimasti, quel che scarseggia è la sensibilità e la sostenibilità ambientale. Speriamo che vengano recuperate con un auspicabile ripensamento, fatto magari insieme al Parco che ha concesso la CETS. Le tartarughine marine ringrazierebbero.   

Legambiente Arcipelago Toscano

È la più importante e diffusa associazione ambientalista delle isole toscane e - fondata nel 1983 - uno dei circoli più vecchi e conosciuti del Cigno Verde in Italia. E’ stata protagonista – anche nel durissimo confronto con gli antiparco- dell’istituzione del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ed è l’Associazione che più vigila sulla politica urbanistica e amministrativa delle Isole. Legambiente Arcipelago Toscano organizza trekking e feste che hanno al centro la biodiversità e la difesa del territorio, gestisce l’Aula VerdeBlu della Zona umida di Mola e il Santuario delle farfalle Ornella Casnati e con i suoi volontari che cerca per tutta l’estate cercano le tracce di nidificazione delle tartarughe marine.