Ue, nuove norme per il monitoraggio e la tutela del suolo
«Gli obiettivi della presente direttiva sono di istituire un quadro solido e coerente di monitoraggio del suolo per tutta l’Unione, allo scopo di ridurre la contaminazione dei terreni a livelli non più considerati nocivi per la salute umana e per l’ambiente, migliorare costantemente la salute del suolo nell’Unione, mantenere suoli in condizioni sane e prevenire e affrontare tutti gli aspetti di degrado del suolo, al fine di conseguire suoli sani entro il 2050, cosicché possano fornire molteplici servizi ecosistemici su una scala sufficiente a soddisfare le esigenze ambientali, sociali ed economiche, possano prevenire e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità, e possano aumentare la resilienza a difesa dalle catastrofi naturali e in termini di sicurezza alimentare». È questo l’articolo 1, primo comma, della direttiva europea per il monitoraggio del suolo in ambito comunitario. Direttiva ora formalmente adottata dal Consiglio dell’Unione europea. Le nuove norme forniscono un primo quadro normativo a livello europeo per la valutazione e il monitoraggio dei suoli, con l’obiettivo ambizioso di garantirne la salute in tutta Europa entro il 2050.
«Questa direttiva rappresenta un passo fondamentale verso suoli più sani e resilienti, fondamentali per la sicurezza alimentare, l'acqua pulita e l'ambiente», spiegano da Bruxelles.
Secondo i dati disponibili a livello comunitario, oltre il 60 % dei suoli europei attualmente versano in condizioni precarie e recenti ricerche dimostrano che il loro degrado è in aumento. Il degrado del suolo è aggravato dalla gestione non sostenibile del territorio, dalla contaminazione e dallo sfruttamento eccessivo, nonché dagli effetti dei cambiamenti climatici e dagli eventi meteorologici estremi. Con conseguenti ingenti danni anche economici, che investono l’Europa e non solo.
Sebbene molti atti legislativi e strumenti politici dell'Ue siano rilevanti per la protezione del suolo, quest'ultimo non dispone di un quadro legislativo specifico a livello comunitario come quello esistente per altri ecosistemi chiave (acqua, aria, ambiente marino). Nel novembre 2021, nell'ambito della strategia dell'Ue sulla biodiversità per il 2030, la Commissione ha adottato una nuova strategia dell'Ue per il suolo, con l'obiettivo generale di garantire che tutti i suoli europei siano in buone condizioni entro il 2050. La strategia identifica inoltre la mancanza di una legislazione specifica dell'Ue come una delle cause principali del degrado del suolo. Per ovviare a tale carenza, nel luglio 2023 la Commissione ha proposto la legge sul monitoraggio del suolo.
Ora c’è stato questo nuovo, importante passo da parte del Consiglio Ue. Le nuove norme adottate, sottolineano da Bruxelles, contribuiranno a migliorare la resilienza del suolo, garantire una migliore gestione dei siti contaminati e introdurre principi di mitigazione dell'occupazione del suolo, con particolare attenzione all'impermeabilizzazione del suolo (il rivestimento del suolo con materiali impermeabili come cemento o asfalto) e alla rimozione del suolo (la rimozione dello strato superficiale del suolo durante attività come la costruzione).
Ai sensi della direttiva, gli Stati membri istituiranno sistemi di monitoraggio per valutare le condizioni fisiche, chimiche e biologiche dei suoli sul loro territorio, sulla base di una metodologia comune dell'Ue. Essi riferiranno regolarmente alla Commissione e all'Agenzia europea dell'ambiente in merito allo stato di salute del suolo, all'occupazione del suolo e ai siti contaminati, garantendo la comparabilità dei dati in tutta l'Ue e la possibilità di intraprendere azioni coordinate per affrontare il degrado del suolo. Saranno inoltre adottate misure per monitorare i contaminanti emergenti quali Pfas, pesticidi e microplastiche.
La direttiva definisce anche dei parametri descrittivi comuni del suolo e introduce classi per descrivere la salute del suolo, collegate a valori obiettivo non vincolanti a livello dell'Ue e a valori soglia nazionali. Come spiegano sempre da Bruxelles, ciò aiuterà gli Stati membri a identificare le priorità e ad attuare gradualmente misure che portino a suoli più sani. Inoltre, viene sottolineato, la Commissione Ue «assisterà gli Stati membri sviluppando strumenti e metodologie comuni e facilitando lo scambio di buone pratiche».
L’adozione da parte del Consiglio conclude la procedura e ora il Parlamento europeo dovrebbe procedere alla votazione finale nelle prossime settimane. Gli Stati membri avranno tre anni di tempo dall'entrata in vigore per recepire le nuove norme nel diritto nazionale.