Costa Teatina, il Parco nazionale che non nasce mai: Wwf al Tar contro 25 anni di immobilismo
Un parco nazionale istituito per legge nel 2001 e mai realizzato. È questa la vicenda della Costa Teatina, un tratto di litorale abruzzese tra i più suggestivi dell’Adriatico, ricco di biodiversità e con un’identità paesaggistica rara, che da quasi un quarto di secolo aspetta la tutela promessa dal Parlamento.
La legge 93 del 2001 istituiva infatti il Parco nazionale della Costa Teatina, destinato a diventare il primo parco costiero d’Abruzzo. Nel 2015, un commissario ad acta nominato dalla Presidenza del Consiglio aveva perfino definito la perimetrazione e le misure di salvaguardia. Da allora, però, tutto si è arenato: nessun decreto istitutivo, nessuna gestione, nessuna tutela concreta.
Nel frattempo, il territorio – privo di vincoli adeguati – è stato lasciato esposto a pressioni edilizie, trasformazioni urbanistiche e consumo di suolo, compromettendo non solo gli equilibri ambientali ma anche le possibilità di un turismo sostenibile, che potrebbe rappresentare la vera ricchezza dell’area.
Di fronte all’inerzia delle istituzioni, il Wwf Italia ha deciso di rivolgersi al Tar Abruzzo, con un ricorso curato dall’avvocato Alessandro Corporente. L’associazione chiede che venga finalmente applicata una norma dello Stato italiano, ponendo fine a quello che definisce un paradosso giuridico e politico.
«Come è recentemente accaduto per il Parco nazionale del Matese, confidiamo che la magistratura faccia quello che la politica si è rifiutata di fare per un quarto di secolo – dichiara Luciano Di Tizio, presidente del Wwf Italia – Vogliamo che si concluda finalmente il procedimento previsto dalla legge e che vengano attuate le misure necessarie per proteggere davvero un’area riconosciuta di alto valore naturalistico e culturale. La nostra è una richiesta di responsabilità e coerenza istituzionale, oltre che di protezione della natura: va applicata una norma esistente, votata dal Parlamento italiano, così da poter tutelare un territorio che già possiede le potenzialità per diventare un modello di equilibrio tra conservazione e sviluppo sostenibile. Il Parco della Costa Teatina non può più restare fermo sulla carta».