Marina di Pisa, la denuncia del Wwf: la lotta agli incendi non si fa solo coi tagli agli alberi
Il WWF Toscana trova inspiegabili e non sostenibili alcuni interventi previsti dal Piano di prevenzione antincendi boschivi del comprensorio “Litorale Pisano – Zona Calambrone”, del quale si stanno attuando gli interventi per la parte relativa al litorale pisano (boschi della tenuta di Tombolo facente parte del Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli). Taluni di questi interventi sembrerebbero infatti contraddire le linee guida ed i principi del piano di prevenzione stesso.
Citiamo innanzitutto quanto previsto per le pinete nella parte nord di Marina di Pisa, dove è programmato il taglio di ben il 70% della rinnovazione a latifoglie della stessa pineta.
Se l’obiettivo del piano di prevenzione è favorire o addirittura sostituire i boschi di conifere con foreste di latifoglie, in quanto meno infiammabili, risulta incomprensibile abbattere proprio le latifoglie, lecci, alaterni, viburni e specie varie che andrebbero a costituire il nuovo bosco dopo il deperimento dei pini.
Proprio in questa direzione va il secondo interrogativo che ci poniamo. Il piano, approvato nel 2020, si basava su una situazione di fatto che non contemplava l’attuale emergenza fitosanitaria costituita dalla cocciniglia tartaruga (Toumeyella parvicornis), che invece è comparsa nei nostri boschi nel 2023. Purtroppo la presenza di questo insetto, specie “aliena” proveniente dal Nord America, che ha già attaccato molte porzioni di boschi litoranei, comprese le pinete di Marina di Pisa, in assenza di misure di contrasto (al momento pressoché assenti in bosco), comporterà proprio la scomparsa dei pini. Risulta quindi ancor più assurdo rimuovere la rinnovazione di latifoglie presente, quando anche i pini sono verosimilmente destinati a scomparire.
E che dire delle cosiddette fasce parafuoco, una delle quali previste proprio presso l’Oasi WWF Dune di Tirrenia gestita dal WWF? Abbattere 10 metri lineari di bosco lungo la strada principale non farà altro che spostare a breve distanza le male intenzioni di un potenziale piromane, mentre l’eventuale lancio di un mozzicone di sigaretta è facilmente domabile anche allo stato attuale, trovandoci in contesto ben visibile e raggiungibile dai mezzi di soccorso. In compenso si perderebbe una rigogliosa ricrescita di lecceta, fillirea, pioppi ed addirittura periploca greca, preziose specie latifoglie. Questi stessi tagli invece, come evidenziato laddove sono già stati realizzati, comporteranno una maggior diffusione di specie alloctone come la robinia o l’ailanto, che già si sono avvalsi di aperture a scapito della biodiversità e degli endemismi prima presenti.
Chiediamo quindi quantomeno la possibilità di rivedere alcuni interventi, magari “barattandoli” con altri, altrettanto indicati come necessari dallo stesso piano, ad esempio i diradamenti delle decine di spessine di pino marittimo, che sono altamente infiammabili oltre che bisognosi di apposito intervento silvicolturale.
Chiediamo inoltre di destinare risorse ad altre forme di prevenzione e contrasto agli incendi quali l’utilizzo di droni, che al momento non ci risultano in possesso da parte del sistema regionale di antincendio boschivo. Stessa cosa per le torrette di avvistamento. Si tratta di espedienti già presenti altrove che risultano notevolmente efficaci a prevenire gli incendi.
Aggiungiamo infine che un piano antincendio boschivo non può contemplare solo tagli, ma in primis dovrebbe prevedere anche la realizzazione di opere accessorie volte a rendere un bosco sì meno infiammabile, ma anche più ricco di biodiversità, quali la creazione di aree umide, magari a margine dei boschi stessi. Inoltre, se da un lato si abbatte, dall’altro si dovrebbe permettere ai boschi di recuperare gli spazi persi, ad esempio sul lato opposto dove non vi sono centri abitati.
Rimarchiamo con forza i rischi legati alla diffusione della cocciniglia tartaruga, agente fitopatogeno con modalità di trasmissione anche passiva: l’emergenza fitosanitaria rappresentata dalla cocciniglia tartaruga, se non si provvede a una soluzione o un contenimento efficace, porterà ad una vera e propria catastrofe ambientale. Anche per questo chiediamo se e quando potrà essere introdotta (approvata dal ministero) la coccinella antagonista visti i buoni risultati sperimentati sino ad oggi.
Concludiamo inoltre con un monito: se parliamo di antincendio boschivo non possiamo prescindere dal far notare che vengono utilizzati due pesi e due misure: si taglia il bosco, affinché non bruci, ma contemporaneamente i vialetti antincendio sono periodicamente invasi da auto in divieto di sosta o ne è ostruito l’accesso con conseguenze, queste sì, potenzialmente molto pericolose.
Negli anni inoltre non vi è stata alcuna azione globale di eliminazione di strutture abusive di qualsiasi tipo, nonché di parcheggi abusivi, legittimando di fatto un carico di auto in mezzo al bosco, in spazi angusti, che rappresentano un enorme rischio per la sicurezza in caso di incendio, nonché un danno al bosco ed agli ecosistemi.
Il WWF chiede pertanto che il piano sia profondamente rivisto e reso nello stesso tempo più efficace per la prevenzione degli incendi e più compatibile con la conservazione, e anzi l’accrescimento, dei valori di biodiversità dell’area.