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L’etologa Jane Goodall è morta, ma la sua eredità ambientalista vivrà per sempre

La scoperta sull'uso di utensili negli animali non umani, forse la sua osservazione più famosa, è nota come quel momento che ha "ridefinito il genere umano"
 |  Natura e biodiversità

La dottoressa Jane Goodall, etologa tra le più note al mondo, ambientalista ed esperta di comportamento animale, è morta all’età di 91 anni per cause naturali. Si trovava in California come parte del suo tour di conferenze negli Stati Uniti.

Fondatrice del Jane Goodall Institute e Messaggero di pace per l’ONU, Goodall è stata «un esempio straordinario di coraggio e determinazione, lavorando instancabilmente per tutta la vita per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle minacce alla fauna selvatica, promuovere la conservazione e ispirare un rapporto più equilibrato e sostenibile tra le persone, gli animali e il mondo naturale».

Il suo nome resterà legato al lungo lavoro di ricerca sugli scimpanzé selvatici di Gombe, in Tanzania, iniziato nel 1960 e ancora in corso, che rappresenta lo studio più duraturo mai condotto su questa specie. La scoperta che gli scimpanzé costruiscono e usano utensili – «quel momento che ha ridefinito il genere umano» – rimane forse la sua osservazione più celebre.

Alle sue ricerche si devono scoperte fondamentali sui legami madre-figlio, la caccia e il consumo di carne, la guerra primitiva, l’altruismo e la compassione. Le sue osservazioni hanno avuto un’influenza che ha superato i confini dell’etologia, con ricadute anche sulla salute umana, sull’evoluzione e sull’ecologia.

Con la fondazione del Jane Goodall Institute nel 1977, ha promosso programmi di conservazione incentrati sulle comunità locali in tutta l’area di distribuzione degli scimpanzé. La sua eredità comprende anche la creazione di Roots & Shoots (Radici e Germogli), programma internazionale di educazione alla sostenibilità dedicato ai giovani, oggi attivo in quasi 60 Paesi.

«Passione e ingegno hanno reso Jane una figura singolare nel pensiero scientifico e filosofico», si legge nella nota diffusa dall’Istituto, che ricorda anche il suo ruolo di attivista a sostegno dei diritti umani, del benessere animale e della protezione dell’ambiente. Dal 2002 era Messaggero di pace delle Nazioni Unite e negli ultimi anni aveva diffuso il suo messaggio di speranza anche attraverso il podcast The Hopecast, raggiungendo milioni di persone.

L’Istituto Jane Goodall ha annunciato che «continuerà a sostenere ed espandere l'approccio olistico di Jane Goodall, coinvolgendo le comunità locali negli sforzi di conservazione e utilizzando la scienza e la tecnologia più avanzate per promuovere la comprensione, la conservazione e il benessere delle scimmie antropomorfe in natura e in cattività».

«Come Jane, e grazie a Jane – ha dichiarato Daniela De Donno, presidente dell’Istituto Jane Goodall Italia – sono migliaia, anzi centinaia di migliaia i giovani che oggi fanno la differenza e sanno di dover agire a partire dalle loro comunità perché la Speranza è nel fare».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.