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Trentino, il presidente Fugatti è indagato per l’uccisione con crudeltà dell’orso M90

Rocchi (Enpa): «Questa ordinanza segna un momento storico per la tutela della fauna selvatica in Italia»
 |  Natura e biodiversità

Il 6 febbraio di un anno fa, il Corpo forestale delle Provincia autonoma di Trento (PAT) ha abbattuto il nella Bassa Val di Sole l’orso M90 in immediata esecuzione di un decreto del presidente della provincia, il leghista Maurizio Fugatti, che oggi risulta indagato per quest’atto.

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trento, Gianmarco Giua, ha infatti respinto la richiesta di archiviazione avanzata dal Pubblico ministero nei confronti di Fugatti. Come informa l’Ente nazionale protezione animali (Enpa) il giudice riconosce gravi elementi indiziari per procedere nei confronti di Fugatti per il reato di uccisione di animale con crudeltà e senza necessità, ex art. 544-bis del codice penale e/o 544 ter co.1, 3 cp. del codice penale.

Dalla ricostruzione contenuta nell’ordinanza emerge che: l’orso M90 non fu narcotizzato prima dell’uccisione, nonostante fosse radiocollarato e rintracciabile; furono esplosi tre colpi, ma solo due colpirono l’animale, senza causarne la morte immediata; l’autopsia ha evidenziato che l’orso morì dissanguato per un’emorragia interna dopo una lunga agonia; nessun veterinario era presente, contrariamente al Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali (Pacobace). È infatti utile ricordare come il Pacobace preveda effettivamente la possibilità di abbattere singoli orsi problematici, a tutela dell’intera specie, ma come extrema ratio.

Il giudice ha dunque disposto l’imputazione coatta di Maurizio Fugatti, da formalizzare entro 10 giorni da parte della Procura, e l’iscrizione nel registro degli indagati di due funzionari coinvolti nell’esecuzione dell’uccisione.

Il Gip ritiene che “vi è già sufficiente base probatoria per ritenere configurabile il reato di uccisione con crudeltà”, per via della sofferenza evitabile inflitta all’animale e per la modalità con la quale l’uccisione è stata perpetrata e anche per l’accettazione del rischio della uccisione anche crudele di M90. Per il giudice, la modalità della condotta non solo non era necessaria, ma è avvenuta in violazione delle cautele previste, causando sofferenze evitabili mediante l’adozione delle cautele del Protocollo del Pacobace e l’intervento, obbligatorio, dell’Azienda sanitaria.

«Questa ordinanza – afferma Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa – segna un momento storico per la tutela della fauna selvatica in Italia. Per troppo tempo, la Pat ha pensato di poter predisporre a piacimento la vita e la morte di orsi e lupi, con leggerezza e senza rispetto per le normative nazionali ed europee. M90 è morto tra atroci sofferenze, senza una vera giustificazione. Oggi, finalmente, qualcuno è chiamato a risponderne. Ringraziamo gli avv. Valentina Stefutti e Rosa Rizzi, che ci hanno rappresentati in questa grave vicenda e ringraziamo anche i professori Cristina Cattaneo, anatomo patologo, e Orlando Paciello, veterinario forense, che nella relazione tecnica resa in atti per Enpa hanno chiaramente evidenziato come l’uccisione con proiettili esplodenti di calibro 30.06. senza previa anestesia abbia causato un’emorragia interna che ha portato a morte l’animale dopo forti e prolungate sofferenze».

«L'imputazione coatta rappresenta un significativo risultato anche per le associazioni come Leal – aggiunge il presidente della Lega antivivisezionista, Gian Marco Prampolini – che sin da subito hanno intrapreso azioni legali tra cui: deposito di denuncia querela, accesso agli atti Ispra.  Accogliamo con favore l'ordinanza del Gip che è un passo fondamentale verso l'accertamento delle responsabilità per l'uccisione ingiustificata dell'orso M90».

In relazione alla decisione di rinvio a giudizio da parte del Gip, in merito all’esecuzione del decreto di rimozione dell’orso pericoloso identificato come M90, il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti prende atto del provvedimento e conferma di essere pronto a presentarsi dinanzi al Giudice per difendere le proprie posizioni.

«La decisione di procedere con il decreto di rimozione – dichiara Fugatti – è stata adottata in un quadro di piena legittimità, sulla base degli elementi tecnici e delle competenze attribuite alla Provincia, con l’obiettivo prioritario di tutelare l’incolumità pubblica e garantire la sicurezza del territorio».

Redazione Greenreport

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