Tartarughe in paradiso: dall’Isola d’Elba alle Seychelles
Cousin island è una piccola isola granitica (29 ettari) delle Seychelles, nel 1974 il governo l'ha dichiarata riserva speciale, compresa una fascia di area marina di 400 metri che la circonda. Questo piccolo paradiso, a ovest dell’isola di Praslin, è stata acquistata nel 1968 dall'International Council for Bird Preservation (oggi BirdLife International) per salvare dall’estinzione l'ultima piccola popolazione di parula delle Seychelles (Acrocephalus seychellensis) ed è stata trasformata da una piantagione di palme di cocco ecologicamente impoverita in una rigogliosa foresta indigena dalla quale traggono ora beneficio numerose altre specie che sono tornate a popolarla, comprese le gigantesche testuggini terrestri e le tartarughe embricate (Eretmochelys imbricata), specie classificata in pericolo critico di estinzione, e che ora scavano sulle coste di Cousin island dai 400 ai 700 nidi all'anno.
La riserva speciale è gestita da Nature Seychelles, un associazione non governativa che si occupa di conservazione ambientale e con la quale Legambiente nazionale, con il suo progetto europeo Life TurleNest, ha iniziato una collaborazione, il cui il primo passo è stato la visita di lavoro e formazione a Cousin di una piccolo gruppo di tartawatchers dell’isola d’Elba costituita da Isa Tonso, Tatiana Segnini ed Enrico Michelon che è stata accolta come una delegazione estera che ha avviato una collaborazione tra due arcipelaghi lontanissimi uniti dalle tartarughe marine.
Isa spiega che «L'isoletta è sempre stata disabitata e ora ci vivono tutto l'anno sette ranger e il responsabile scientifico, Chriss Tagg, un giovane biologo inglese, e qualche volontario durante il periodo della nidificazione delle tartarughe. Gli alloggi per i ranger e per i volontari sono molto spartani: casette di legno o di lamiera. L'acqua dolce è presente sull'isola ma l'energia elettrica è disponibile solo per qualche ora di notte, prodotta con pannelli fotovoltaici. Per quanto riguarda il cibo, si va a fare la spesa una volta alla settimana nell'isola di Praslin che dista solo due chilometri».
I volontari elbani hanno fatto una vera e propria immersione dove la natura è rinata in tutto il suo splendore: «Il luogo, dopo più di cinquant'anni di protezione, è magnifico a dir poco, un vero paradiso per gli uccelli che si fanno avvicinare dall'uomo senza alcuna paura e per le tartarughe che hanno veramente pochi nemici, a parte i granchi che sono molto numerosi e predano circa il 10% dei nidi e il problema dell'erosione delle spiagge. L'isola è interamente ricoperta da una lussureggiante foresta con prevalenza di Pisonia, una foresta che si è formata spontaneamente dopo che è stata eliminata la piantagione di noci di cocco che era presente prima sull'isola. A Cousin sono state introdotte anche le testuggini giganti delle Seychelles (Aldabrachelys gigantea), sono un centinaio e vivono felici».
Il programma di protezione delle tartarughe marine al quale ha partecipato attivamente il team elbano che dal 2017 segue il progetto di Legambiente e Parco Nazionale Arcipelago Toscano, consiste nel monitoraggio continuo delle spiagge di Cousin island dalle 6 della mattina alle 6 di sera, dato che le tartarughe marine embricate nidificano di giorno.
Isa spiega ancora che «In media si incontravano da 5 a 15 tartarughe al giorno e andavano seguite durante tutta la fase delle nidificazione , si contavano le uova, se possibile, si misuravano e se erano taggate si registrava il numero, se no andavano apposte le targhette di metallo su entrambi le pinne anteriori . In alcuni casi il nido andava traslocato in un luogo più sicuro quando deposto troppo vicino al mare. Abbiamo assistito a cose che da noi è impossibile vedere, come un paio di tartarughe senza una pinna posteriore. Una la prima volta è uscita proprio davanti alla casetta dove stavamo e ha provato a scavare per più di tre ore, ha fatto 16 body pit e 9 tentativi di scavo ma non ce l’ha fatta È riuscita dal mare anche il giorno dopo ed è rimasta fuori almeno altre tre ore ma anche questa volta non ce l’ha fatta. Oppure delle due tartarughe che hanno nidificato in contemporanea a meno di un metri di distanza. O le tartarughe che scavavano sopra altri nidi facendo volare le uova con all’interno embrioni già ben sviluppati».
I tre volontari elbani del progetto LIFE TurtleNest concludono: «Sono stati venti giorni di immersione totale in una natura amica che ci ha regalato tante emozioni e che ci ha consentito di avere molta più dimestichezza con le tartarughe e con i loro comportamenti». Un viaggio e un’esperienza che sono anche un riconoscimento nazionale e internazionale per il grande lavoro svolto dalle volontarie e dai volontari organizzati da Legambiente per tutelare i nidi delle tartarughe marine Caretta caretta nell’Arcipelago Toscano.
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