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«In Italia bisogna coinvolgere di più le comunità locali sulle rinnovabili»: il report di Can Europe

Il documento dal titolo “Community engagement and fair benefit sharing of renewable energy projects” dedica un’intera sezione al nostro Paese: «La mancanza di un quadro giuridico completo per la condivisione dei benefici e le limitate opportunità di partecipazione del pubblico impediscono la concretizzazione di una giusta transizione»
 |  Nuove energie

Un rapporto pubblicato di recente evidenzia la necessità di creare in Italia strumenti efficaci di coinvolgimento pubblico, affinché i cittadini possano partecipare in modo attivo alle decisioni collettive. Il titolo del report è “Community Engagement and Fair Benefit Sharing of Renewable Energy Projects” ed è stato pubblicato da Can Europe con la partecipazione tra gli altri di Wwf Italia e Legambiente. Il documento si inserisce tra l’altro nel contesto del prossimo Eu Citizens Energy Package, che mira a garantire una transizione energetica equa e inclusiva.

Il documento analizza in profondità le politiche e le pratiche adottate nei diversi Paesi europei per promuovere una partecipazione effettiva dei cittadini e una distribuzione equa dei benefici derivanti dallo sviluppo delle energie rinnovabili.

Punti chiave del report sono:

  • È necessario un coinvolgimento attivo delle comunità: il successo della transizione verso un sistema energetico rinnovabile dipende da un coinvolgimento significativo delle comunità locali e dalla garanzia di benefici concreti e proporzionati per chi ospita gli impianti. Il coinvolgimento deve essere precoce, accessibile e continuativo durante tutte le fasi di sviluppo dei progetti, dalla pianificazione all’operatività.
  • Serve una reale condivisione dei benefici: i benefici per le comunità possono assumere diverse forme, tra cui compensazioni economiche, creazione di posti di lavoro, sconti sulle bollette, iniziative educative e ambientali, miglioramento dei servizi pubblici e fondi dedicati. In alcuni casi, la partecipazione azionaria delle comunità nei progetti può rafforzare il sostegno a lungo termine.
  • C’è una disomogeneità tra Stati membri: le pratiche di coinvolgimento e condivisione dei benefici sono molto variabili in Europa, con alcuni Paesi privi di una legislazione vincolante.

Il report fornisce tra l’altro una serie di  linee guida e una checklist di indicatori di performance per migliorare gli standard di partecipazione e condivisione dei benefici a livello europeo. E poi illustra la situazione vigente nei singoli Paesi dell’Ue.

Per quanto riguarda la situazione in Italia, nel report si sottolinea che nel nostro Paese (pagine 37-42) le iniziative sono prevalentemente volontarie: in Italia, le pratiche efficaci di coinvolgimento delle comunità e di condivisione dei benefici nei progetti di energie rinnovabili (Fer) sono per lo più basate su iniziative volontarie da parte dei promotori, si legge nel testo. Non esistono ancora obblighi normativi stringenti che impongano un coinvolgimento strutturato e continuativo delle comunità locali, viene aggiunto. Si evidenzia anche che c’è una partecipazione limitata alle fasi iniziali: la partecipazione pubblica è generalmente confinata alle fasi preliminari dei procedimenti autorizzativi, con modalità spesso poco incisive. Mancano opportunità reali di coinvolgimento continuo durante l’intero ciclo di vita dei progetti. Nel report vengono citati anche diversi esempi di buone pratiche presenti in Italia: nonostante le criticità segnalate, si legge, esistono esperienze virtuose, come le comunità energetiche solidali promosse dal terzo settore e supportate da istituti bancari, che favoriscono l’inclusione sociale e la lotta alla povertà energetica, o i progetti locali che coinvolgono attivamente cittadini e stakeholder attraverso workshop, living lab e processi partecipativi.

Il report di Can Europe suggerisce che, per garantire una transizione energetica realmente giusta e inclusiva, è necessario rafforzare i meccanismi di partecipazione pubblica, rendendo il coinvolgimento delle comunità un elemento strutturale e non solo opzionale. Questo implica l’adozione di politiche e strumenti normativi che incentivino la partecipazione continua, la trasparenza e la condivisione equa dei benefici, favorendo così l’accettazione sociale e il successo dei progetti di energia rinnovabile.

Si legge nelle conclusioni riguardanti il nostro Pese: «La mancanza di un quadro giuridico completo per la condivisione dei benefici e le limitate opportunità di partecipazione del pubblico impediscono la concretizzazione di una giusta transizione. La nuova legislazione offre un piccolo passo in avanti formalizzando la compensazione per i Comuni, ma è ancora lontana da un quadro normativo completo ed equo. Ampi margini sono ancora lasciati alla buona volontà degli sviluppatori dei progetti nella distribuzione dei benefici e alla capacità dei comuni di identificare i bisogni delle loro comunità. Le compensazioni non sono sempre percepite come giuste; di conseguenza, non soddisfano le aspettative locali ed erodono il sostegno locale per i nuovi progetti rinnovabili. Queste significative lacune evidenziano la necessità di meccanismi di partecipazione pubblica più ampi per garantire che i progetti di energia rinnovabile diano un contributo significativo allo sviluppo locale e raccolgano un autentico sostegno da parte delle comunità».

Redazione Greenreport

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