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Blackout Spagna, il premier Sánchez rilancia le rinnovabili in un intervento al Parlamento

Il capo del governo spagnolo fa piazza pulita delle fake news circolate il giorno dopo l’incidente: «Non ci sono prove empiriche che ci dicano che è stato causato da un eccesso di solare ed eolico o da una mancanza di centrali nucleari nel nostro Paese»
 |  Nuove energie

«Non ci discosteremo di un solo millimetro dalla road map energetica che abbiamo pianificato a partire dal 2018». E poi: «Le rinnovabili non solo sono il futuro energetico del nostro Paese, ma sono la nostra unica e migliore opzione. Sono l'unico modo per reindustrializzare la Spagna». Con un discorso al Parlamento spagnolo, il premier Pedro Sánchez è tornato a parlare del blackout che ha interessato la penisola iberica il 28 aprile scorso. Sánchez ha difeso l'impegno per le energie rinnovabili, che secondo lui non è solo responsabilità del governo di sinistra ora in carica in Spagna, ma di un vasto «consenso globale» in Europa e nel mondo.

Il capo del governo spagnolo ha sottolineato che le energie rinnovabili aumentano la sovranità nazionale ed europea, sono più competitive e hanno permesso di ridurre i prezzi dell'elettricità nella penisola iberica negli ultimi anni, oltre a rispondere al cambiamento climatico. La Spagna, quindi, non cambierà nulla della sua strategia e continuerà a investire e a promuovere investimenti nelle infrastrutture che consentono e migliorano la transizione verso l'energia verde.

Il premier spagnolo ha mirato a fare piazza pulita delle fake news che sono circolate all’indomani del blackout su presunte responsabilità di solare o eoliche, per quanto avvenuto: «Non ci sono prove empiriche che ci dicano che l'incidente è stato causato da un eccesso di energie rinnovabili o da una mancanza di centrali nucleari in Spagna», ha detto. In particolare, per quanto riguarda certe spinte sull’atomo, ha sottolineato che «non c'è un solo studio serio che dica che il nucleare è indispensabile in Spagna. Forse lo sono in altri Paesi. Ma in Spagna il futuro è l'energia idroelettrica, solare ed eolica. Questo è ciò che dicono gli esperti, l'Ue e gli investitori stranieri, che non sono comunisti e sono impegnati in queste fonti. Il futuro energetico della Spagna è verde o non lo sarà».

Sánchez ha anche spiegato che il suo modello non è frutto di una posizione ideologica ma di un puro calcolo di efficienza economica, supportato dai risultati sul campo. Con il precedente modello del governo conservatore, ha spiegato il premier, la Spagna spendeva 42,5 miliardi di euro all'anno per importare petrolio e gas. «È il doppio di quanto spendiamo per i sussidi di disoccupazione e otto volte di più per l'istruzione. Inoltre, avevamo i prezzi dell'energia più cari d'Europa, con bollette molto più alte a causa di un modello ideologico di interesse per pochi. Questo ci ha impedito di portare investimenti stranieri. Oggi la Spagna ha l'elettricità più economica d'Europa».

Redazione Greenreport

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