
Fontana sponsor del nucleare in Lombardia: la boutade leghista sull’atomo non è più solo affare milanese

«Questi reattori sono progettati per essere sicuri e compatibili con gli standard più elevati di sicurezza, anche nella nostra regione, dove abbiamo la possibilità di creare condizioni di sicurezza ottimali». Attilio Fontana parla con la sicurezza di chi la sa lunga. Il presidente della Regione Lombardia, primo fra tutti i governatori, ha firmato un protocollo d’intesa con l’Agenzia per l’energia atomica (Aiea) e sembra quasi non trattenere l'entusiasmo nel presentarlo. «Questo accordo conferma il ruolo da protagonista di Regione Lombardia nella promozione delle tecnologie più all’avanguardia a servizio dello sviluppo sostenibile», dice. «Oggi segna l’inizio di un percorso importante, che sono convinto ci porterà a superare le difficoltà attuali e a fare un passo avanti per il bene del nostro Paese», racconta. «Il nucleare rappresenta una strada percorribile per favorire la transizione ecologica, è una delle opzioni da sfruttare all’interno di un mix energetico green», assicura. «Grazie a questa collaborazione daremo un ulteriore slancio alle sperimentazioni e all’attività di ricerca che la Lombardia sta portando avanti in questo settore cruciale», informa. «Dobbiamo affrontare le sfide attuali, perché il mondo sta cambiando rapidamente», sottolinea. «Non possiamo continuare a dipendere da risorse che ci mettono in difficoltà, sia a causa di problemi geopolitici sia per le questioni economiche legate ai materiali necessari per la produzione», incalza.
Insomma, la boutade targata Lega sulla via italiana al nucleare ormai lascia gli angusti confini di Milano - lanciata e rilanciata ogni paio di anni da Salvini come sua città preferita per ospitare una centrale atomica, senza che mai nulla di concreto faccia seguito alle parole - e si estende sull’intera Lombardia. Pazienza se il governo non riesce neanche a trovare un sito dove realizzare il deposito per le scorie radioattive: Fontana dice che è «importante spiegare ai nostri cittadini cosa si può fare e quali sono le nuove tecnologie e opportunità che questa iniziativa ci offre». E poi: «In particolare, si tratta di reattori nucleari di nuova generazione, che sono assolutamente sicuri e che non devono più generare le preoccupazioni di un tempo, parliamo di tecnologie completamente diverse rispetto al passato». E infine il riferimento a reattori e territorio regionale, senza però spiegare come le due cose dovrebbero incrociarsi. La frase citata all’inizio, appunto: «Questi reattori sono progettati per essere sicuri e compatibili con gli standard più elevati di sicurezza, anche nella nostra regione, dove abbiamo la possibilità di creare condizioni di sicurezza ottimali».
Il memorandum siglato con l’Aiea non prevede del resto passi importanti su nuove centrali in Lombardia o scelte vincolanti per il territorio, figuriamoci. Prevede impegni che hanno a che fare con «scambio di conoscenze e buone pratiche sullo sviluppo delle infrastrutture per l’energia nucleare», «programmi di formazione», «promozione della partecipazione a programmi internazionali», collaborazioni e iniziative congiunte varie «nei settori della salute, della sicurezza alimentare, della gestione sostenibile delle risorse naturali e nella lotta alle malattie zoonotiche». Nessun impegno sull’ospitalità a reattori o depositi di rifiuti radioattivi, ci mancherebbe. Ma intanto la Lega continua a ergersi a paladina del nucleare, che fa tanto moderno, mentre in realtà tutti i dati dicono che il mix energetico nucleare più rinnovabili non è affatto l’ottimale per stabilizzare la rete elettrica e, soprattutto, dicono che il futuro sta andando da tutt’altra parte in Italia come in Europa e nel mondo.
