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Perché puntare sull’elettrificazione? Per esempio, perché è tre volte più efficiente dei sistemi a combustibili fossili

Rinnovabili ed elettricità, un mix che fa bene non solo all’ambiente. Un nuovo report diffuso dal think tank britannico Ember sottolinea che i sistemi a petrolio e gas sprecano due terzi dell’energia primaria immessa sotto forma di calore, con un costo di 5 trilioni di dollari all'anno
 |  Nuove energie

L’electrotech, genericamente parlando, è un campo che riguarda settori che hanno a che vedere con il trasporto e l’utilizzo dell’energia elettrica. E, complessivamente parlando, è decisamente più conveniente e altamente meno inquinante del campo in cui figurano i combustibili fossili. Ma di quanto? Un rapporto appena diffuso da Ember, think tank britannico specializzato in energia, offre un’interessante stima al riguardo. Oltre a diversi altri elementi su cui riflettere in materia di sicurezza energetica e taglio delle emissioni di CO2.

Il titolo del report è “The Electrotech Revolution” e un dato soprattutto emerge in tutta chiarezza di questa «elettrotecnologia»: «È circa tre volte più efficiente dei sistemi a combustibili fossili, che sprecano due terzi dell'energia primaria immessa (380 exajoule) sotto forma di calore, con un costo di 5 trilioni di dollari all'anno. L'energia solare e l'elettrificazione ci consentono di sfruttare la potenza del sole, che fornisce una quantità di energia 100 volte superiore a quella dei combustibili fossili».

Il discorso si potrebbe chiudere qui, con buona pace di chi, ad esempio il presidente Usa Donald Trump, insiste con lo slogan odorante petrolio «drill, baby, drill» e ironizza sui «mulini a vento» e chi punta sull’energia eolica. Ma l’analisi di Ember evidenzia anche diversi altri fattori interessanti. Ad esempio, viene sottolineato che le materie prime fossili diventano più costose con il proseguire dell'estrazione e i loro prezzi sono anche aumentati dai principali produttori che controllano l'offerta. «L'elettrotecnologia è modulare e di produzione industriale, il che si traduce in curve di apprendimento tecnologico chiare, con costi che diminuiscono di circa il 20% ogni volta che l'implementazione raddoppia. L'elettrotecnologia sta già conquistando i due terzi degli investimenti energetici globali ed è responsabile di tutta la crescita prevista nei posti di lavoro nel settore energetico: ha contribuito al 10% della crescita del Pil globale nel 2023, di cui il 22% in Cina, il 5% in India, il 30% nell'Ue e il 7% negli Stati Uniti».

Non solo. Se oggi l'80% della popolazione mondiale vive in paesi importatori di combustibili fossili, con oltre 50 paesi che importano più della metà della loro energia primaria sotto forma di gas, petrolio e in qualche caso anche carbone, i ricercatori di Ember sottolineano che «il 92% dei paesi ha un potenziale di energie rinnovabili superiore a dieci volte il loro fabbisogno attuale»: «Sostituire i combustibili fossili importati utilizzando tre leve chiave - veicoli elettrici, pompe di calore e energie rinnovabili - può ridurre le importazioni nette di combustibili fossili del 70%, con un risparmio globale di 1,3 trilioni di dollari all'anno. Una volta acquistata, la tecnologia elettrica dura per decenni, fornendo un isolamento dalle fluttuazioni dei prezzi globali. Quando i flussi di combustibili fossili si interrompono, l'economia si ferma. Quando i flussi di tecnologia elettrica si interrompono, solo la crescita è a rischio».

Tra l’altro, il report di Ember ricorda che la crescita esponenziale dell'elettrotecnologia sta già ridefinendo i mercati energetici: da trent'anni, la capacità solare raddoppia in media ogni tre anni e, dal 2020, lo stoccaggio in batterie è quasi raddoppiato ogni anno. Inoltre, in un decennio l'energia solare è passata dall'essere una delle fonti di energia più piccole a quella più grande. L'energia solare e quella eolica dominano la crescita della domanda di elettricità. L'elettricità ora soddisfa quasi tutta la crescita della domanda finale di energia negli edifici, nell'industria e nel trasporto su strada. Nel 2007 ha superato il petrolio come principale fornitore di energia utile. Le vendite di veicoli con motore a combustione interna (ICE) sono in calo dal 2017 e, nello stesso periodo, le vendite di veicoli elettrici sono aumentate di 15 volte, raggiungendo i 17,5 milioni.

 

Redazione Greenreport

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