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Saipem vuole sviluppare la geotermia nei settori offshore e nei sistemi non convenzionali

Abbà: «Abbiamo deciso di puntarci, in linea con il piano di rafforzamento del nostro ruolo nella transizione energetica»
 |  Nuove energie

Si sono conclusi ieri i "Green Salina energy days", che si svolgono ogni anno sull'isola di Salina, in Sicilia, per promuovere la transizione energetica delle isole minori e sensibilizzare istituzioni, cittadini e imprese sulle opportunità offerte dall’innovazione tecnologica e dall’efficienza energetica in ambiti geografici in cui l’approvvigionamento di energia elettrica può andare incontro a criticità.

Quest’edizione della kermesse ha dedicato un ampio spazio allo sviluppo di una fonte rinnovabile strategica qual è la geotermia, catturando anche l’attenzione di un colosso delle infrastrutture per il gas come Saipem, alla ricerca di strade per cambiare (almeno in parte) il modello di business facendo spazio alla transizione energetica.

«Saipem ha deciso di puntare sulla geotermia, in linea con il piano di rafforzamento del nostro ruolo nella transizione energetica – dichiara nel merito Filippo Abbà, chief technology innovation officer della multinazionale – La geotermia onshore e offshore, sia tradizionale che non convenzionale, richiede l'utilizzo di tecnologie, asset e competenze vicine al nostro core business e rappresenta un naturale sbocco tecnologico per i nostri mezzi e le nostre risorse tecniche. Inoltre, Saipem vanta un importante track record in questo segmento: fin dagli anni '70 è impegnata nello sviluppo di progetti legati alla geotermia convenzionale e ha lavorato a numerosi pozzi geotermici in Italia e nel mondo fornendo servizi tecnici innovativi».

Se l’attività geotermica più consolidata e tradizionale, quella rappresentata dalle centrali geotermoelettriche attive da oltre un secolo in Toscana – dove le tecnologie geotermiche si sono sviluppate per la prima volta al mondo – potrebbe trovare nuovo slancio alla fine di questo mese, col rinnovo delle concessioni al gestore Enel green power, Saipem guarda invece ad altri fronti per mettere a frutto il calore rinnovabile della terra.

«Siamo interessati – spiega nel merito Abbà – all’energia geotermica applicata al settore offshore, ai sistemi geotermici non convenzionali, inclusi quelli di accumulo di calore sotterraneo, all'integrazione della geotermia con la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica e alla decarbonizzazione delle piccole isole. In particolare, con l’applicazione della geotermia alla cattura dell’anidride carbonica, come recentemente evidenziato anche dall'International energy agency, si riducono ulteriormente le emissioni. Saipem è, infatti, un attore importante nella catena del valore della Ccs e la nostra soluzione tecnologica proprietaria Bluenzyme, basata su un innovativo processo enzimatico di cattura della CO2, ha tra i principali vantaggi proprio l’integrazione con l'energia geotermica con l’effetto di aumentare i benefici della cattura stessa. Bluenzyme, basata su un innovativo processo enzimatico di cattura della CO2, ha tra i principali vantaggi proprio l’integrazione con l'energia geotermica con l’effetto di aumentare i benefici della cattura stessa».

Redazione Greenreport

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