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In tre anni la popolazione del Lazio esposta ad alto rischio frane è aumentata del 17%

Ceraudo: «Crescono anche gli edifici esposti (+14%), le attività economiche (+19%) e i beni culturali a rischio (+8%)»
 |  Territorio e smart city

In queste ore la parola più usata sembrerebbe essere tutela dei territori. Si parla degli incendi, delle possibili conseguenze, del patrimonio ambientale da tutelare. I dati dell’ultimo Rapporto ISPRA sul dissesto idrogeologico evidenziano un incremento dell’esposizione al rischio nel Lazio: in soli tre anni la popolazione residente in aree a pericolosità da frana elevata o molto elevata (P3–P4) è aumentata del 17%, passando da 41.475 a 48.552 persone. Crescono anche gli edifici esposti (+14%), le attività economiche (+19%) e i beni culturali a rischio (+8%).

Sul fronte idraulico, le superfici a pericolosità media restano stabili, ma continuano a ospitare migliaia di residenti e infrastrutture critiche lungo i principali corsi d’acqua – Tevere, Liri-Garigliano, Sacco e bacini del Viterbese – in un contesto di eventi meteorologici estremi sempre più frequenti. Il rischio cresce non tanto per l’espansione delle aree pericolose, quanto per l’aumento di persone e attività insediate in zone già a rischio. È indispensabile rafforzare la pianificazione territoriale con basi tecniche solide e aggiornate, e potenziare gli uffici regionali e comunali inserendo figure professionali qualificate, in particolare geologi.

Secondo i dati ReNDiS, nel Lazio sono stati finanziati oltre 1.700 interventi dal 1999, per un investimento di circa 1,3 miliardi di euro (450 milioni di competenza MASE). Solo nel 2024 sono stati stanziati 77 milioni per 20 nuovi interventi di mitigazione.

Le risorse economiche ci sono ma senza capitale umano qualificato, capace di progettare, accedere ai fondi e realizzare le opere, rischiamo di lasciare i finanziamenti inutilizzati o di non ottenere risultati duraturi.

L’Ordine dei Geologi del Lazio rilancia cinque priorità per una strategia territoriale efficace:

1. Rafforzare la presenza di geologi in Regione, Province e Comuni.

2. Accelerare l’attuazione degli interventi finanziati.

3. Garantire qualità tecnica nella progettazione e realizzazione delle opere.

4. Coinvolgere stabilmente le professioni tecniche nella pianificazione.

5. Incentivare i percorsi formativi STEM per contrastare il calo di tecnici specializzati.

La sicurezza del territorio non può prescindere dalla conoscenza geologica e dalla capacità di tradurre i dati in scelte operative concrete. Investire in prevenzione significa investire nel futuro del Lazio. 

di Simonetta Ceraudo, presidente dell’Ordine dei geologi del Lazio

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.