Clima, Roma ha un piano per tagliare dell’83% le emissioni di gas serra rispetto al 1990
Roma, la città italiana più colpita dagli eventi meteo estremi, ha presentato ieri in Campidoglio il suo Piano clima – o meglio il Label del Climate city contract (Ccc) – che arriva a pochi mesi dall’approvazione della Strategia di adattamento climatico.
Il Ccc rappresenta il piano di decarbonizzazione previsto dalla Mission delle 100 città europee “carbon-neutral and smart cities by 2030”, che punta a rendere le città i motori della transizione verso la neutralità climatica entro il 2050, un percorso nel quale Roma rientra dal 2022.
La progettualità si divide in tre parti: il Piano di azione (iniziative e proposte condivise), il Piano degli investimenti (analisi puntuale dei costi e delle risorse) e il Piano degli impegni (obiettivi e strategie). 7 sono invece gli ambiti strategici (efficientamento energetico, mobilità sostenibile, reti elettriche, rinnovabili, decarbonizzazione, economia circolare dei rifiuti e forestazione).
Il tutto prende spunto dalle elaborazioni del Piano di azione per l’energia sostenibile e il clima (Paesc), rivisto e aggiornato nel 2023 dall’Amministrazione che ha alzato il target di riduzione delle emissioni di CO2 al 2030 a -66% rispetto al 2003. Attraverso il Ccc è stato ampliato e approfondito l’insieme delle analisi dei diversi settori della vita cittadina, al fine di individuare le priorità di intervento e di dare continuità e ampliare gli interventi in corso. E una delle novità più importanti del lavoro è stato il coinvolgimento di 80 stakeholder, ossia degli attori economici, sociali e istituzionali tra enti pubblici, imprese private, società partecipate dal Comune e dallo Stato, fondazioni, enti di ricerca e università, associazioni del Terzo settore, che hanno presentato 493 azioni verso la neutralità climatica.
Complessivamente si tratta di 16 miliardi di euro di investimenti in realizzazione e programmati per la riduzione delle emissioni. L’obiettivo della nuova fase di lavoro che si apre ora è di accedere al supporto tecnico e finanziario della Commissione europea e della Banca europea degli investimenti (Bei), insieme agli stakeholder, per accelerare nella direzione delle priorità previste.
Col Ccc si dimostra che Roma ha le potenzialità per arrivare a una riduzione pari all’86% rispetto al 2003 (quasi dell’80% rispetto al 1990) e di accelerare gli interventi già messi in campo nella mobilità, nella riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, nello sviluppo delle fonti rinnovabili e attraverso il Piano rifiuti e il Piano urbano di mobilità sostenibile. Intanto, la Commissione europea ha certificato la qualità del lavoro di Roma Capitale.
«Il clima è una delle più grandi sfide che il mondo si trova di fronte, tra impatti sempre più rilevanti e l’innovazione da mettere in campo per la transizione energetica – spiega il sindaco Roberto Gualtieri – Per questo abbiamo scelto di far parte del gruppo di punta delle città europee impegnate sul clima e questi obiettivi hanno segnato tutta l’azione dell’amministrazione in questi anni e le priorità di investimento sulla mobilità, la riqualificazione energetica e la gestione dei rifiuti per migliorare la vita delle persone, ridurre la spesa energetica e l’inquinamento. E il riconoscimento della Commissione Europea ci conferma che è stata la scelta giusta. Intendiamo adesso aprire un confronto con il Governo per diventare il laboratorio di una transizione energetica che crei opportunità per le imprese e i cittadini. Noi siamo pronti a portare nel confronto il nostro Piano clima per ridurre le emissioni, costruito insieme agli attori sociali ed economici della citta, e la Strategia di adattamento climatico approvata a gennaio».