Skip to main content

Per i collegamenti con la Sicilia le autostrade del mare sono migliori di quelle su terra

Il risultato sancito da una ricerca appena pubblicata sul “Journal of Transport Geography”
 |  Trasporti e infrastrutture

Mettendo a confronto i tragitti “tutto strada”, in cui l’unica parte marittima è l’attraversamento dello Stretto di Messina, e quelli “intermodali”, cioè strade più Autostrade del Mare (AdM), questi ultimi sono risultati più convenienti. È questa la conclusione di uno studio relativo ai collegamenti tra la Penisola italiana e la Sicilia, appena pubblicato sul “Journal of Transport Geography” e condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa, composto dai professori Marino Lupi e Antonio Pratelli e dai dottori Alessandro Farina e Denise Orsi.

«Dal punto di vista del costo monetario il tragitto intermodale è quasi sempre il più conveniente – spiega Antonio Pratelli – mentre dal punto di vista del tempo il tutto strada risulta conveniente solo per alcune coppie origine/destinazione: dipende dalla disponibilità e dalla frequenza delle rotte e dalla posizione geografica delle città di origine e di destinazione». L’utilizzo delle autostrade del mare in Italia è dunque più conveniente del trasporto tutto-strada: in termini assoluti, per fare alcuni esempi, il vantaggio di utilizzare le Autostrade del Mare può andare dalle 8 ore circa nella tratta Napoli-Messina o quantificarsi in quasi 1.000 euro nel tragitto fra Venezia e Palermo.

«Il nostro studio ha evidenziato che è necessario incrementare il numero di rotte e le frequenze di quelle esistenti – ha concluso Marino Lupi – una ragione fondamentale per cui in Italia il trasporto merci tramite Autostrade del Mare è ancora una percentuale minoritaria è dovuta alle poche rotte in esercizio, specialmente nell’area adriatica, dove c’è solo la Ravenna – Brindisi – Catania, senza alcun collegamento con il nord-est e con Trieste malgrado l’alta densità di attività produttive e di strutture logistiche esistenti nell’area».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.