Lo strano caso di un subcommissario all’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale
Nella calura agostana, la cronaca locale documenta che i porti di Trieste e Monfalcone hanno, oltre che al commissario titolare, anche un subcommissario: la nomina è arrivata su richiesta del Commissario straordinario Donato Liguori, dopo aver iniziato e subito concluso gli incontri sul territorio.
Dopo questo primo breve incontro con le maestranze e gli imprenditori – supponiamo intenso, vista la primissima grandezza dello scalo giuliano – l’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale ha dunque, ad abundantiam, un subcommissario.
La scelta di questa figura, a dire il vero quantomeno insolita per la portualità italiana, è caduta su Pierpaolo Danieli, giovane e brillante ufficiale superiore della Guardia costiera, in servizio al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Per effetto di questa nomina, i cui contenuti giuridico-amministrativi restano ancora da definire, il comandante Danieli supporterà il commissario limitatamente alla gestione ordinaria, senza emolumenti, indennità o compensi, quindi, verrebbe da dire, a titolo gratuito.
Il commissario straordinario Donato Liguori, intanto, ha iniziato gli incontri con operatori dei porti di Trieste e Monfalcone, nonché con le istituzioni del territorio. Per il porto di Trieste si tratterà, dunque, di un nuovo, breve, capitolo delle vicenda iniziata il 10 giugno 2025, quando Antonio Gurrieri venne nominato Commissario straordinario per il tempo strettamente necessario alla nomina del nuovo presidente; tuttavia, il 29 luglio Gurrieri si dimetteva dalla carica di commissario a seguito dell’indagine a suo carico aperta dalla Procura della Repubblica di Trieste.
In conseguenza a questa dimissione, il 30 luglio scorso la direzione generale per i Porti – di cui è direttore generale lo stesso Liguori – ha rimesso “alla valutazione dell’autorità politica la nomina di un nuovo commissario, nelle more della conclusione del procedimento di nomina del presidente”.
In pari data (30 luglio) il direttore generale Liguori viene nominato commissario straordinario dell’Autorità del sistema portuale del Mare Adriatico orientale con decorrenza immediata e fino al 30 settembre del 2025. Lo stesso Liguori, inoltre, ritenendo necessario di poter avere un supporto tecnico nell’espletamento delle funzioni di commissario, “in modo che sia garantita la continuità dell’azione amministrativa”, ha chiesto (e ottenuto dal ministro Salvini) la nomina di un subcommissario.
Questi i dati oggettivi ripresi della cronaca di questi giorni, ai quali aggiungiamo qualche piccola osservazione. Nella consolidata prassi seguita nella portualità italiana, nei casi in cui per le più disparate circostanze si è dovuto ricorrere al commissariamento di porti sede di Autorità di sistema portuale, la scelta del commissario subentrante al presidente è ricaduta nella stragrande (se non totalità) dei casi sulla figura del comandante del porto, professionista molto ben sperimentato e collaudato, abitualmente con non meno di trenta (30!) anni di esperienza nell’amministrazione attiva dei porti e che possiamo far convergere, senza timore di sbagliare, anche nella gestione tecnico-operativa dei porti.
A Trieste qualcosa deve essere andato sorto, altrimenti non si comprende la nomina di un funzionario di rango, già gravato da tantissime e pesantissime responsabilità al punto che lo stesso giorno della nomina chiede (e ottiene) un sostegno nella conduzione del nuovo incarico per il tramite di questa figura di subcommissario.
Non è bene esprimere giudizi nel merito di fatti che dovranno ancora accadere; tuttavia, non possiamo esimerci dal considerare che l’unica esperienza di comando maturata dal neonominato subcommissario riguarda il suo periodo di comando del porto di San Remo quando era tenente di vascello e che lo stesso ufficiale non ha ancora ricoperto neanche il ruolo di capo di compartimento marittimo, che possiamo definire essere il primo gradino di comando vero e proprio di un porto.
Gli uomini con le stellette sono abituati a obbedire senza protestare, ad accettare le decisioni della politica anche se ne sfuggono i motivi, però si fa una grande fatica a credere che nella Direzione marittima del Friuli-Venezia Giulia, in cui abbondano ufficiali di valore e comprovata esperienza, non se ne sia trovato uno, almeno uno, che avrebbe potuto evitare all’ottimo Danieli di far la spola tra Roma e Trieste e nei tempi morti dei viaggi magari trovare il tempo di leggere qualche dossier, tra quelli più urgenti, che riguardano l’enorme magma che sprigiona dal porto-vulcano giuliano.