Il 2025 si chiude con vendite di benzina a livelli che non si vedevano da 15 anni
L’anno che si sta per chiudere segna un dato che non si vedeva da un quindicennio e che non è affatto positivo in termini di transizione energetica, mobilità sostenibile, qualità dell’aria e lotta alla crisi climatica. Come si legge nell’ultimo “Comunicato consumi petroliferi” realizzato e diffuso dall’Unem (Unione energie per la mobilità), relativo al mese di novembre, «la benzina venduta sulla rete registra ancora un dato positivo e si conferma sui livelli massimi dal 2011, mentre il gasolio motori tutto sommato tiene (-0,8%, -14.000 tonnellate), sostenuto dal canale extra-rete (+2,2%, +19.000 tonnellate)».
Non è la prima volta che nel corso dell’anno vengono forniti simili dati da parte dell’associazione che deriva dalla vecchia Unione petrolifera e che oggi rappresenta le principali aziende che operano in Italia nell’ambito della raffinazione, dello stoccaggio e della distribuzione di prodotti petroliferi. L’Unem nel corso dei mesi ha monitorato le vendite di questo settore, e il trend di livelli massimi registrato negli ultimi 15 anni è stato rilevato su scala mensile già quest’estate e poi in autunno.
Ora però che si il 2025 il dato si può considerare consolidato. Il calcolo realizzato da Unem e riguardante i primi 11 mesi dell’anno evidenzia infatti che «si rafforzano i consumi totali di benzina, che hanno sfiorato gli 8,2 milioni di tonnellate (+3,6%, +282.000 tonnellate), e quelli del jet fuel, vicini ai 4,7 milioni di tonnellate (+2,3%, +107.000 tonnellate), a fronte di un calo del gasolio totale (-1, 4%, -330.000 tonnellate), quasi interamente dovuto al solo gasolio motori. Lieve progresso per i lubrificanti (+1,4%) e il gpl (+1,3%). Bitumi sostanzialmente stabili (-0,7%)».
La crescita dei consumi di benzina con livelli che in Italia non si vedevano da 15 anni rappresenta un’ulteriore conferma del ritorno di questo prodotto, come riferimento principale per il segmento automobilistico, data la continua crescita delle immatricolazioni di auto ibride a benzina, prima scelta dei consumatori con una quota intorno al 45%. Auto ibride che, come risultato dalle più recenti indagini, inquinano ben più di quanto dichiarato: 139 g di CO2 per chilometro rispetto ai 28 rilevati nei test. E che verosimilmente, dopo il dietrofront dell’Ue sullo stop ai motori termici dal 2035, continueranno ancora per molti anni a giocare un ruolo di primo piano nel mercato automobilistico italiano.