Aerei low cost, treni a peso d’oro: per i viaggi l’Europa sbaglia strada
In un’Europa che si racconta campionessa della transizione ecologica, chi decide di viaggiare si scontra con una realtà scomoda: volare costa meno che prendere il treno. Non è un’impressione, ma un dato certificato da un nuovo rapporto di Greenpeace Europa centro-orientale, che rivela come il sistema dei trasporti continui a privilegiare l’opzione più inquinante e a rendere quella più sostenibile la più svantaggiosa. Un paradosso che, alla luce delle ondate di calore, delle alluvioni e degli incendi che colpiscono il continente, appare sempre più insostenibile.
L’indagine ha preso in esame 142 collegamenti in 31 Paesi e ha mostrato come, sulle tratte internazionali, l’aereo risulti più economico del treno nel 54% dei casi. La situazione italiana è persino peggiore: nell’88% delle rotte considerate è più conveniente volare che spostarsi in treno, con differenze di prezzo che arrivano a livelli clamorosi. Per un Lussemburgo-Milano in treno si paga quasi 12 volte di più rispetto al volo, mentre tra Barcellona e Londra la sproporzione tocca addirittura quota 26.
«Anche se la crisi climatica peggiora, il sistema dei trasporti europeo continua a favorire il mezzo di trasporto più inquinante, con prezzi dei voli assurdamente bassi rispetto a quelli dei treni, che sarebbero molto più sostenibili – dichiara Federico Spadini della campagna Clima e trasporti di Greenpeace Italia – Questa situazione non è dovuta a questioni di efficienza, ma all’inerzia politica europea che consente alle compagnie aeree di godere di privilegi fiscali ingiusti che sfavoriscono il trasporto ferroviario a spese del clima del pianeta».
Le conseguenze ambientali sono note: volare produce in media cinque volte più CO₂ per passeggero e per chilometro rispetto a un treno. Se il convoglio è alimentato da energia rinnovabile, l’impatto del volo può risultare addirittura ottanta volte superiore. Ciononostante, la politica europea continua a rendere artificialmente conveniente l’aereo, spalancando le porte al dominio delle compagnie low cost e spingendo milioni di cittadini a compiere, loro malgrado, scelte climaticamente insensate.
«Ogni tratta in cui l'aereo è più economico del treno è un fallimento politico: l'Europa deve rendere il treno l'opzione più economica, anziché quella più svantaggiosa perché meno finanziata. Per questo chiediamo all’Unione europea e ai governi nazionali di porre fine alle agevolazioni fiscali per il settore aereo, di investire sulla rete ferroviaria e di introdurre “biglietti climatici” a prezzi accessibili e facili da utilizzare. Le risorse economiche per cambiare il sistema dei trasporti si potrebbero ricavare da una tassazione adeguata del settore aereo, dei super-ricchi e delle aziende più inquinanti come quelle dei combustibili fossili. Servirebbe solo la volontà politica dei leader europei», conclude Spadini.
L’Europa che vuole guidare la transizione verde si trova dunque davanti a un paradosso: rendere l’opzione più dannosa anche la più conveniente. Una contraddizione che rischia di minare la credibilità stessa delle politiche climatiche, a meno che non si scelga davvero di mettere i binari al centro del futuro della mobilità.