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In dubbio il futuro del Great sea interconnector

Si alza la tensione nel Mediterraneo orientale, per la connessione elettrica tra Europa e Israele

Quattro unità della Marina greca sono state già fatte convergere nella zona di mare che sta creando scontri diplomatici con la Turchia
 |  Trasporti e infrastrutture

Fonti elleniche riportano l’allarmante notizia che il Governo di Atene vuole intervenire, adottando gli opportuni provvedimenti per l’attuazione del progetto Great Sea Interconnector che prevede di collegare Israele all'Europa tramite cavi per il trasporto dell’elettricità, per il tramite dell'Amministrazione greco-cipriota di Cipro, collocata nel sud dell’Isola. La conseguenza di questa dirompente dichiarazione, com’era fin troppo prevedibile, è stata quella di causare un aumento delle tensioni nel Mediterraneo orientale.

Il Great sea interconnector dovrebbe essere rivalutato alla luce delle attuali condizioni geopolitiche, hanno dichiarato fonti cipriote al quotidiano greco Kathimerini, criticando il Ministero degli Esteri greco per aver continuato a finanziare un progetto senza una tempistica chiara per il completamento a causa delle obiezioni della Turchia. Le stesse fonti hanno affermato che l'Unione europea deve prendere una posizione chiara, sottolineando che il progetto coinvolge due Stati membri dell'Ue.

Ricordiamo che nel luglio del 2024 la nave posa-boe "Ievoli Relume", battente bandiera italiana, stava conducendo specifiche ricerche di rilevazione sui fondali marini, previste dal piano per la posa di una rete di connessione elettrica, collocata sulla linea Shepherd Island-Karpathos e, più precisamente, tra l'amministrazione greco-cipriota e l'isola di Creta. La nave italiana, appartenente alla società d’armamento Marnavi, fu costretta a terminare in fretta le sue attività dopo l'intervento della Marina turca, che gli intimò di sospendere le attività e di lasciato subito l’area di mare.

Nel luglio scorso, agenzie stampa israeliane hanno pubblicato un rapporto intitolato "Tempesta turca nel Mediterraneo orientale" in cui è stato affermato che una serie di progetti energetici realizzati tra Israele, Grecia e l'Amministrazione greco-cipriota sono stati impediti dalle iniziative di diplomatiche della Turchia, come abbiamo riportato su queste colonne.

Ricordiamo, inoltre, che nell'ambito dell'iniziativa, era anche stato previsto che Israele si sarebbe dovuto collegare alla rete elettrica europea tramite cavi sottomarini e che un decimo della sua capacità di produzione di energia elettrica sarebbe potuta arrivare dall’Europa attraverso, appunto, la realizzazione di questo progetto.

Il cavo sottomarino che doveva collegare la Grecia (a più 600 km dalle coste israeliane) sarebbe dovuto passare attraverso la cosiddetta Zee (zona economica esclusiva) della Turchia, il che ha creato, com’è comprensibile, non pochi scontri diplomatici con la Turchia.

Quattro unità della Marina greca sono state già fatte convergere nella zona di mare interessata e pronte ad intervenire in caso di necessità: si tratterebbe di unità elleniche già impegnate in altri teatri regionali; la fregata che opera con la forza Unifil delle Nazioni Unite al largo delle coste del Libano; un’altra fregata con nave di supporto a sud di Creta, e la fregata schierata al largo di Bengasi e facente parte “dell'Operazione Irene” dell'Europa.

Insomma, nel Mediterraneo orientale le temperature del mare, anche al di là dei mutamenti climatici, stanno diventando sempre più calde e, speriamo vivamente non si arrivi al punto di ebollizione.

Aurelio Caligiore, Ammiraglio Ispettore del Corpo della Guardia Costiera

Da oltre trent’anni Ufficiale della Marina Militare del Corpo della Guardia Costiera, l’Ammiraglio Ispettore Aurelio Caligiore è da sempre impegnato in attività legate alla tutela dell’ambiente. Nell’ultimo decennio è stato Capo del Reparto ambientale marino delle Capitanerie di Porto (RAM) presso il ministero dell’Ambiente. Attualmente è Commissario presso la Commissione Pnrr-Pniec del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase).