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Il Piano casa annunciato dalla premier Meloni? Costerebbe 12,5 miliardi, meno del Ponte sullo Stretto

Il calcolo è stato effettuato dall’Osservatorio Conti pubblici italiani, che sottolinea l’«inezia» (Salvini dixit) delle risorse stanziate dal ministero delle Infrastrutture per il programma di edilizia popolare presentato finora
 |  Trasporti e infrastrutture

Giorgia Meloni ad agosto è andata al Meeting di Rimini e per strappare l’applauso della platea ciellina ha annunciato in pompa magna il lancio di un «Piano casa». La premier non ha fornito dettagli, né troppa chiarezza in merito è arrivata successivamente da altri membri dell’esecutivo. Ora però ci ha pensato l’Osservatorio Conti pubblici italiani a fare luce su quel che significherebbe, in concreto, quell’annuncio. Meglio: l’Osservatorio Cpi ha fatto il calcolo di quanto costerebbe un programma di edilizia popolare che consenta l’acquisto di abitazioni a prezzi o affitti calmierati per le famiglie che non riescono ad affrontare i prezzi di mercato. I dettagli li forniremo in seguito, ma intanto ecco la sintesi dell’analisi condotta dai ricercatori dell’Università cattolica del Sacro Cuore: «Stimiamo che per costruire 50.000 abitazioni servano circa 12,5 miliardi, poco meno del costo del “Ponte sullo Stretto”». Che, detto per inciso, di aumento in aumento è arrivato alla soglia dei 13,5 miliardi di euro.

L’analisi parte dall’unico elemento concreto messo sul piatto dal governo, ovvero un piano del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti finalizzato a costruire abitazioni a prezzi calmierati per persone e famiglie con redditi medio-bassi e che però non hanno i requisiti per ottenere una casa popolare. Riprendendo le comunicazioni del Mit, i ricercatori sottolineano però che le risorse già stanziate per questo piano sono solo 660 milioni di euro, a cui il governo dovrebbe aggiungere somme provenienti da forme di partenariato pubblico-privato. «Alcuni mass media hanno accostato questa misura al famoso “Piano Fanfani”, anche se l’accostamento è alquanto avventato al momento: il Piano Fanfani costruì oltre 350 mila alloggi, mentre le risorse finora stanziate sono limitate, al punto che lo stesso Ministro Salvini ha indicato che costituiscono “un’inezia”. È comunque utile partire da quel piano per vedere come si è andato evolvendo nel tempo il ruolo del pubblico nell’offerta di case a prezzi calmierati».

Facendo un primo calcolo su quanto costerebbe un Piano casa come quello annunciato dalla premier, i ricercatori del Cpi arrivano a una stima di 14,8 miliardi di euro. Aggiungono però che questa cifra (295.504 per 50 mila abitazioni) sarebbe probabilmente inferiore per due motivi. Si legge nel documento pubblicato online: «La stima comprende anche il costo del terreno di proprietà pubblica. In linea di principio, questo costo deve essere incluso se non altro perché il terreno, se fosse concesso per uno sviluppo di abitazioni a mercato libero, comporterebbe un’entrata per il settore pubblico cui si rinuncerebbe utilizzando il terreno per la costruzione di case popolari. Tuttavia, in termini di esborso finanziario questo importo non deve essere considerato. Sempre in base alle ipotesi contenute nella precedente nota, questo fattore riduce il costo complessivo del 6,7%, portandolo a 13,8 miliardi». Inoltre, sottolinea il Cpi, i costi sopra indicati si riferiscono al comune di Milano, dove i prezzi sono notevolmente più alti di quelli medi italiani. «La sovrastima è attenuata dal fatto che per vari componenti di costo di costruzione non dovrebbero esistere differenze territoriali (per esempio, per il costo del lavoro che dipende da contratti nazionali), ma non è irrealistico pensare che i costi a Milano possano eccedere quelli medi nazionali di almeno il 10%. Se così fosse il costo effettivo per la costruzione di 50.000 abitazioni potrebbe aggirarsi intorno ai 12,5 miliardi. Come termine di confronto questo sarebbe un po’ meno del costo di costruzione previsto per il Ponte sullo stretto (13,5 miliardi)».

 

Redazione Greenreport

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