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Incentivi, fiscalità, transizione: sei associazioni del settore auto scrivono al governo indicando le «priorità d’intervento»

La lettera congiunta è firmata da Aci, Anfia, Aniasa, Federauto, Motus-E e Unrae, il cui presidente dichiara: «Servono misure chiare, puntuali e non discontinue». Le immatricolazioni auto a settembre a +4,1% per motivi congiunturali, ma in nove mesi -2,9% rispetto al 2024. Market share delle elettriche al 5,6%
 |  Trasporti e infrastrutture

Sei associazioni del settore auto hanno scritto una lettera congiunta indirizzata a presidente del Consiglio e ministeri competenti (Mimit, Mase, Mef, Mit) e anche ai principali rappresentanti parlamentari e degli enti locali. L’hanno firmata i presidenti di Aci, Anfia, Aniasa, Federauto, Motus-E e Unrae. Nel documento viene sottolineata la gravità senza precedenti della crisi che investe il settore: un mercato stagnante, con volumi ben al di sotto dei livelli pre-pandemia; una produzione nazionale ridotta ai minimi storici; un parco circolante che invecchia rapidamente, con conseguenze negative su ambiente e sicurezza; una transizione energetica in stallo, con una quota di veicoli elettrici quattro volte inferiore rispetto alla media europea.

Per affrontare questa situazione, le associazioni hanno individuato sei priorità di intervento:

1. stabilità e chiarezza delle misure incentivanti, semplici e strutturali;

2. un piano nazionale per le infrastrutture di ricarica e le altre alimentazioni;

3. una riforma della fiscalità sull’auto aziendale, allineata alle best practices europee;

4. sostegno concreto alla filiera industriale e artigianale italiana;

5. supporto chiaro e trasparente alla clientela, per accompagnarla nella transizione;

6. una valorizzazione culturale dell’automobile e del trasporto su gomma come motore economico e sociale del Paese.

Come sottolinea il presidente di Unrae Roberto Pietrantonio, l’auspicio è di arrivare a «un dialogo costruttivo e costante con le Istituzioni, per rimettere finalmente l’automotive al centro della discussione in Italia. Ora è indispensabile un impegno comune per salvaguardare e rilanciare il settore in tutti i suoi ambiti, attraverso misure chiare, puntuali e non discontinue».

Come dicono anche gli dati delle immatricolazioni, la situazione deve essere affrontata seriamente. Nel mese di settembre, che come sottolinea il periodico bollettino Unrae è stato favorito anche da un giorno lavorativo in più rispetto all’anno scorso, il mercato delle autovetture «registra una crescita del 4,1%, interrompendo una serie di quattro contrazioni consecutive», ma il bilancio dei primi nove mesi dell’anno rimane comunque in negativo, con un -2,9% rispetto al 2024: 1.167.437 unità contro le 1.202.184 del periodo gennaio-settembre dell’anno precedente. Particolarmente significativo, rileva sempre l’associazione di settore, rimane il divario con il 2019, che nei nove mesi registra un gap di 300.000 unità corrispondente a un -20,5%.

In negativo anche il percorso verso la transizione energetica, che procede ancora con eccessiva lentezza. Leggendo i dati forniti da Unrae si vede che la quota di vetture elettriche pure (Bev) mostra sì un incremento rispetto al 4,9% di agosto e al 5,2% di settembre 2024, ma comunque si ferma a un modestissimo 5,6% del mercato.

Per quanto riguarda le auto elettriche, anche Motus-E fa notare che si tratta di un mercato che cresce ma anche che l’Italia è ancora molto lontana dai livelli registrati nel resto d’Europa. A livello europeo, secondo gli ultimi dati disponibili riferiti ad agosto 2025, la quota di mercato delle auto elettriche ha raggiunto il 19,4% in Francia, il 19,1% in Germania, l’11,5% in Spagna e il 26,5% nel Regno Unito. Nello stesso mese, l’Italia si era fermata al 4,9%, mentre Paesi come Belgio e Olanda registravano rispettivamente il 34,3% e il 34% di market share.

Dice il presidente di Motus-E Fabio Pressi facendo riferimento al bonus rottamazione lanciato dal governo (peraltro prendendo i fondi dalla cifra originariamente destinata alle colonnine di ricarica e con caratteristiche che fanno presagire un buco nell’acqua): «Le agevolazioni rivolte alle fasce più deboli della popolazione consentiranno a tanti italiani che ancora non avrebbero potuto farlo di toccare con mano i vantaggi della mobilità elettrica, ma rimaniamo convinti che per supportare le famiglie e l’industria occorra un grande piano nazionale per l’automotive».

Redazione Greenreport

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