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Amministratori, tecnici, scuole: come la Toscana sta ridefinendo la prevenzione per "Meno rischio" idraulico e idrogeologico

Monni: «Col progetto ‘Meno rischio in Toscana’ teniamo dentro le opere di difesa del suolo, ma vi uniamo anche l’informazione ai cittadini»
 |  Toscana

In occasione del Festival dell’identità toscana è stato siglato un nuovo protocollo tra Regione, Anpas, Croce rossa e Misericordie per l’utilizzo coordinato degli strumenti di Protezione civile e degli spazi del deposito “Centro Pegaso” di Ospedaletto (Pisa), pensato per efficientare le modalità d’intervento sempre più necessarie per una regione che – a causa della crisi climatica in corso, guidata dall’uso dei combustibili fossili – ha subito 6 grandi alluvioni in 18 mesi.

«Dopo le emergenze dettate dal maltempo abbiamo sentito la necessità di fare il punto sul coordinamento tra gli enti impegnati nei casi di emergenza – argomenta il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani – Il sistema pubblico in questi casi si attiva su più fronti: dalle previsioni meteo alla diramazione delle allerte, dalla gestione della crisi agli interventi di somma urgenza, fino alla progettazione delle opere di difesa del suolo, percepite come sempre più importanti da parte della popolazione. Serve un coordinamento stretto tra i vari enti, le forze dell’ordine, il volontariato: la Toscana è un punto di riferimento nazionale per quanto riguarda questo tipo di organizzazione, ma vogliamo fare ancora di più ed evolvere ulteriormente questo sistema per adeguarlo alle nuove necessità evidenziate dai cambiamenti climatici».

«L’accordo firmato con le associazioni che fanno parte della Colonna mobile di Protezione civile – aggiunge l’assessora all’Ambiente e Protezione civile, Monia Monni – fa sì che per la prima volta venga condiviso uno spazio fisico comune, il magazzino della Protezione civile di Ospedaletto. È un ulteriore modo per mettere insieme le nostre risorse, gli strumenti, i mezzi ed essere più efficienti e più pronti all’intervento».

Ma al di là dei singoli protocolli, in Toscana è in moto un cambiamento più profondo nella percezione e nel contrasto al rischio idrogeologico, incarnato nel progetto “Meno rischio in Toscana”. «Stiamo ridefinendo il concetto stesso di prevenzione del rischio idraulico ed idrogeologico – spiega Monni – teniamo dentro, certamente, le opere di difesa del suolo, ma vi uniamo anche l’informazione ai cittadini e la formazione per chi deve ripensare le città, adeguarle a fronteggiare i nuovi fenomeni climatici. Non a caso stiamo lavorando in parallelo su più fronti: da una parte con i tecnici e gli amministratori, dall’altra con le scuole, chiamate a disegnare il logo dell’iniziativa ma soprattutto a diffondere tra i ragazzi e le ragazze la cultura della prevenzione del rischio».

Un’evoluzione che greenreport sta seguendo passo dopo passo, in qualità di media partner dell’iniziativa: se per il bando riservato alle scuole c’è tempo ancora fino al 16 maggio per partecipare, sono già tre i webinar messi in campo per amministratori e professionisti. Al termine del percorso i partecipanti riceveranno un attestato ufficiale, che consentirà a chi lo riceve di utilizzare il logo dell’iniziativa e identificarsi come Ente formato sul tema del rischio da frane e alluvioni: gli attestati saranno consegnati nel corso di un evento conclusivo che si terrà a Firenze il 16 giugno, presso il teatro della Compagnia di via Cavour.

Si tratta di appuntamenti formativi di alto livello, che vedono la partecipazione di circa 800/900 iscritti ad ogni giornata, mentre i docenti costituiscono il Comitato scientifico dell’iniziativa. «Questa forte partecipazione – conclude Monni – dimostra che il sistema pubblico si è messo in moto, perché si è reso conto che è necessario cambiare tutto per rispondere ad esigenze nuove, e che questa trasformazione renderà il nostro territorio più forte e più resiliente ai cambiamenti climatici».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.