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La Uil Toscana apre al piano industriale Alia Multiutility: «Molto ambizioso, prevede 550 assunzioni»

Fantappiè: «Apprezziamo il piano presentato ed evidenziamo come questo debba considerarsi un percorso verso la sostenibilità»
 |  Toscana

Nella sede fiorentina di Alia Multiutility, l’ad Alberto Irace ha presentato ieri la bozza di piano industriale cui sta lavorando la partecipata interamente pubblica, che sta portando avanti gli indirizzi stabilità dall’assemblea dei soci – in definitiva, dai Comuni – lo scorso autunno.

La Multiutility è infatti una realtà ad oggi espressione diretta dei Comuni soci. In particolare, la struttura societaria è attualmente costituita dai Comuni di Firenze (36,8%), Prato (18,5%), Pistoia (5,4%) Empoli (3,4%) e altri Comuni toscani (35,9%), con l’obiettivo esplicito di fungere da polo aggregatore dei servizi pubblici locali toscani per poter concretizzare gli elevati investimenti che servono per portare avanti la transizione ecologica del territorio garantendo al contempo servizi più efficienti ai cittadini.

Quello abbozzato ieri viene definito dal segretario generale della Uil Toscana – Paolo Fantappiè (nella foto, ndr) – come «molto ambizioso: prevede una serie importante di investimenti a partire da diverse assunzioni, effettuate già nel corso di quest’anno, per un totale di circa 550 persone. In generale il piano si concentra su tre settori fondamentali: quello dell’acqua, dell’energia e dei rifiuti. La multiutility ha intenzione di investire migliorando l’aspetto tecnologico e la qualità del servizio offerto nei tre importanti rami».

Secondo il sindacato regionale, il piano presentato dalla Multiutility deve considerarsi «un percorso verso la sostenibilità: dal punto di vista economico con una riduzione delle tariffe applicate ai cittadini; dal punto di vista del servizio con un miglioramento dello stesso; per quanto riguarda la qualità del lavoro, con salari migliori, più diritti e una reinternalizzazione dei processi organizzativi; con più attenzione all’ambiente, anche considerando l’importante e imponente transizione verde che stiamo attraversando. A questo proposito – conclude Fantappiè – ricordiamo come il concetto stesso di sostenibilità vada a cozzare con una semplice politica del profitto, che purtroppo troppo spesso dimentica cosa sia la responsabilità sociale».

Redazione Greenreport

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