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Nasce AR.CERs, la Comunità energetica rinnovabile e solidale del Comune di Arezzo

Si tratta di una Cer di area vasta che coinvolge 8 cabine e non solo una, tante sono quelle che insistono sul territorio comunale
 |  Toscana

È stato presentato stamani ad Arezzo il progetto AR.CERs, acronimo che oltre ad evocare gli arceri, significa Arezzo Comunità Energetica Rinnovabile e Solidale. Una CER quindi, ma con caratteristiche molto particolari: l’unico caso in Italia a svilupparsi su ben 8 cabine primarie, e non su una sola, il cui funzionamento è stato ampiamente descritto nella intensa mattinata alla Borsa Valori della città, con presenti l’Assessore Sacchetti, Guasconi di Camera Commercio e Arrigoni Presidente di GSE.

La tavola rotonda ha visto la partecipazione fra gli altri di Alessio Mattesini, Presidente di AR.CERs, Marzio Lasagni, Direttore di Aisa Impianti, Luciano Iovine di Estra – società pubblica che sta sviluppando CER in Toscana ed Italia –, Giacomo Chierici Presidente di Aisa Impianti, Stefano Pizzuti di ENEA.

Interessante il meccanismo di funzionamento. Possono aderire alla CER sia produttori che dispongano di impianti fotovoltaici, sia consumatori che non hanno impianti, all’interno del territorio di tutto il Comune di Arezzo. Una CER diffusa quindi. Gli impianti che aderiscono alla CER immettono naturalmente l’energia prodotta nella rete, mentre i consumatori sono quelli locali che aderiscono alla CER; la legge italiana riconosce questa coincidenza come “energia condivisa”, per la quale il GSE riconosce alla CER un incentivo economico. Sarà la CER poi a distribuire in vari modi queste risorse economiche ai partecipanti alla CER stessa. Può distribuirli fra i soci, può finanziare azioni sociali e di inclusione. Ma l’incentivo può anche essere accantonato e usato dalla CER per sviluppare altri progetti di fonti rinnovabili.

I consumatori che aderiscono non devono cambiare il loro fornitore di energia. Chi partecipa alla CER non sostiene alcun costo, non deve fare lavori, non rischia niente, ma concorre a generare azioni a sostegno dei soggetti fragili della comunità, e di contrasto alla povertà energetica (un utente su 10 è in queste condizioni). Sul “funzionamento” della CER è stata fatta chiarezza: il produttore di energia rinnovabile già oggi ha come primo beneficio la quota di autoconsumo (che non paga) e come secondo beneficio la vendita di energia alla rete nelle ore in cui non c’è autoproduzione. Questo meccanismo rimane esattamente lo stesso anche quando il produttore aderisce ad una CER. Insomma il funzionamento tipico di una CER per come le abbiamo normate in Italia.

Protagonista dell’iniziativa il Comune di Arezzo, che è stato il promotore della CER. Soggetto cardine del progetto a garanzia degli obiettivi pubblici e di solidarietà e di trasparenza. Un progetto che non ha scopi di lucro e che promuove la solidarietà e la condivisione nella comunità. Un progetto avviato dopo avere “scartato” una prima proposta avanzata da una Esco, ma ritenuta meno interessante e troppo vincolante.

La Forma giuridica della CER è associazione riconosciuta ente non profit del terzo settore. Soci fondatori oltre al Comune, Aisa Impianti (che ha messo a disposizione 100 kw). La CER punta a sviluppare la produzione fotovoltaica del territorio, con una rete di investitori che dovrebbe moltiplicare le fonti di produzione di energia da fonte rinnovabile.

Di grande rilievo la presenza e l’intervento di Paolo Arrigoni, Presidente del GSE, il Gestore dei servizi energetici, ente pubblico nazionale, braccio operativo del governo, partecipato dal Ministero dell’economia, che opera sotto l’indirizzo del Ministero ambiente ed è chiamato a gestire gli incentivi relativi alle comunità energetiche rinnovabili. Arrigoni ha ricordato che il meccanismo economico è quello dell’incentivo alla CER (con acconto iniziale e conguaglio a fine anno), ma i benefici non si fermano qui: lo sviluppo delle CER consente la produzione di energia rinnovabile a km zero, riducendo il fenomeno dell’over produzione, e bilanciando la rete. Il Consumatore della CER poi sarà incentivato ad un uso ottimale dell’energia elettrica, usando gli elettrodomestici nelle ore di produzione solare, quelle centrali del giorno. Ma soprattutto gli incentivi GSE si attivano per il territorio “solo se” si attiva una CER, altrimenti si perdono e vanno in altri territori.

Quante CER ci sono? Dal 2024 avviate dal GSE oltre 200 configurazioni di autoconsumo, domande per 2600 autorizzazioni. In Toscana le CER che hanno chiesto la qualifica sono 122, media superiore a quella nazionale. Le CER quindi sono destinate a svilupparsi. Nel 2027 è probabile una nuova normativa, con la possibilità di aderire al conto termico, di sviluppare colonnine di ricarica ed altre attività oggi non previste.

Il Presidente di GSE ha ricordato gli obiettivi europei recepiti dal Piano nazionale: al 2030 l’obiettivo è di 131 GW di rinnovabili per l’Italia. Oggi siamo (ottobre ‘25) a 81 GW di cui 42 fotovoltaico. Ne mancano ancora 50 per arrivare al target, ma al GSE sono arrivate richieste adeguate al raggiungimento dell’obiettivo fra 5 anni.  Fra queste richieste ci sono anche le CER. La recente gara poi per i contratti per differenza ha dato il via a progetti per 9 GW, grazie ai quali si otterrà un risparmio di 300 milioni all’anno per 20 anni per abbattere le bollette nella componente oneri di sistema.

Presente al convegno anche ENEA, ente che sostiene lo sviluppo tecnologico per cittadini ed imprese, ha promosso l’Osservatorio nazionale sulle CER e sostiene progetti di CER particolarmente innovativi sul piano ambientale e sociale. Per ENEA la CER sono volani di sviluppo per le Smart Communities e per “guardare oltre” l’attuale configurazione delle CER.

Arezzo quindi sulla scia del progetto di CER avviato da un anno dal Comune di Roma, che sta dando già buoni risultati.

La presentazione del progetto sancisce l’avvio della fase di adesione alla CER, chi è interessato deve compilare un modulo di preadesione scaricabile sul sito www.arcers.it. L’adesione alla CER è assolutamente libera, anche chi non è cittadino del Comune di Arezzo può aderire.

Andrea Sbandati

Andrea Sbandati è senior advisor di Confservizi Cispel Toscana (l’Associazione regionale delle imprese di servizio pubblico), dopo esserne stato Direttore fino a novembre 2024. È esperto senior nella regolazione economica della gestione dei rifiuti urbani e dei servizi idrici (sistemi tariffari, piani industriali, benchmark), come nella organizzazione dei servizi pubblici locali (acqua, rifiuti, trasporti, energia, altro). Ricercatore senior nel campo della gestione dei rifiuti e dell'acqua, docente in Master di specializzazione nella regolazione economica dei servizi ambientali locali (Sant'Anna, Turin school of regulation). Da venti anni coordinatore ed esperto di progetti di assistenza tecnica e cooperazione internazionale nei servizi pubblici locali (Medio Oriente, Africa, Sud America).