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Splastichiamo i fiumi: la Toscana al lavoro contro l’inquinamento da plastica

Gargano (Anbi): «L'abbandono dei rifiuti all'interno e nelle vicinanze dei corsi d'acqua rappresenta un elemento di amplificazione del rischio idraulico, intasando pompe ed idrovore»
 |  Toscana

In occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, la Toscana si conferma laboratorio a cielo aperto per il contrasto all’inquinamento da plastica nei corsi d’acqua, grazie a una rete di iniziative innovative che uniscono partecipazione civica, monitoraggio ambientale e tecnologie sperimentali.

Un simbolo concreto di questa mobilitazione è il primo Museo delle Arti Umide, nato alla periferia di Arezzo lungo il torrente Chiassa. Il progetto, promosso dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno in collaborazione con le comunità di Chiassa e Tregozzano, espone opere realizzate con materiali trasportati dalle acque – rami, tronchi, pietre e rifiuti – trasformati in installazioni artistiche grazie alla creatività di adulti e bambini. L’area è stata attrezzata con una cartellonistica che invita i visitatori a portare via i propri rifiuti, evitando l’uso di cestini che, se non presidiati, rischiano di diventare essi stessi fonte di dispersione ambientale. È stata anche avviata una “campagna di adozione” per installare un sistema acchiappa-rifiuti dedicato alla zona.

«Ancora una volta il torrente Chiassa e la sua comunità ci sorprendono, dando vita a un progetto innovativo, che mette al centro il corso d'acqua», commenta Serena Stefani, presidente del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno, col presidente di Anbi – Francesco Vincenzi – a sottolineare che «è la dimostrazione di come la manutenzione ordinaria del territorio possa diventare occasione per nuove forme di cittadinanza attiva e valorizzazione ambientale».

Nel frattempo, prosegue anche il progetto Splastichiamo i fiumi, che coinvolge l’Arno e i suoi affluenti. Nato da un accordo tra il Consorzio, l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale, Legambiente Arezzo e altre realtà territoriali, il progetto ha portato a operazioni di pulizia con canoe e gommoni, sostenute dalla Legge Salvamare. Quest’anno l’iniziativa ha aderito a “Camminpulendo nel letto dell’Arno”, inserita nel Giro d’Italia Plogging 2025.

«La presenza attiva dei Consorzi di bonifica nell'attività di rimozione dei rifiuti da sponde ed alvei ha più obiettivi: salvaguardare gli ecosistemi acquatici, rendere più belli e fruibili i corsi d'acqua, tutelare la sicurezza idrogeologica», spiega Massimo Gargano, direttore generale di Anbi: «L'abbandono dei rifiuti all'interno e nelle vicinanze dei corsi d'acqua rappresenta un elemento di amplificazione del rischio idraulico, intasando pompe ed idrovore, la cui indispensabile pulizia è una delle maggiori voci di spesa nei bilanci consortili, inevitabilmente gravando sul contributo richiesto ai consorziati».

Sul fronte tecnologico, il Consorzio di bonifica Toscana Sud è pronto a inaugurare il progetto River Cleaner nel Grossetano: una barriera galleggiante installata sul canale San Rocco raccoglierà i rifiuti flottanti convogliandoli su nastri trasportatori direttamente nei camion per lo smaltimento. Un sistema analogo è in fase di progettazione lungo il fiume Cornia, nel comune di Piombino, con conclusione prevista entro il dicembre 2026, grazie al lavoro del Consorzio di bonifica 5 Toscana Costa.

Anche il Consorzio di bonifica 4 Basso Valdarno è attivo sul fronte dell’innovazione: in collaborazione con l’Università di Pisa ha installato due barriere sul canale del Terzo (a Ponte Buggianese) e sul torrente Pescia di Collodi (a Fucecchio), per trattenere le plastiche. Sono inoltre in fase di approvazione nuove convenzioni per estendere questo tipo di interventi al canale Usciana e alla fossa Chiara, nei comuni di Pisa, Fucecchio e Collesalvetti, sempre con supporto scientifico dell’Ateneo pisano.

La Toscana continua così a intrecciare scienza, cittadinanza attiva e gestione del territorio per contrastare una delle principali minacce ambientali del nostro tempo: la plastica nei fiumi.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.