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Retiambiente, Viareggio contro il piano investimenti che toglie 19 mln di euro al termovalorizzatore di Livorno

Renzo Macelloni (sindaco di Peccioli): «Il capofila dei Comuni “rifiuti zero” voleva mantenere la possibilità di aprire un inceneritore»
 |  Toscana

Venerdì 27 giugno era programmata l’assemblea di Retiambiente – il gestore unico e interamente pubblico che ha in carico i servizi d’igiene urbana lungo la Toscana costiera – che doveva approvare il bilancio consuntivo del 2024 e un punto prevedeva anche la riformulazione del piano degli investimenti, togliendo da questo 19 milioni di euro che originariamente erano previsti per re-ingegnerizzare il termovalorizzatore di Livorno, spento ormai dal 2024.

«Questa scelta, fatta ormai da tempo dal Comune di Livorno e anche all’interno di Retiambiente, andava solo regolarizzata formalmente con il voto dell'assemblea – dichiara nel merito il sindaco di Peccioli, Renzo Macelloni – Sia per ragioni economiche, sia perché l’investimento sembrava non valesse la pena. A maggior ragione anche dal punto di vista ambientale, dato che a tutti sarà chiaro che un conto è fare un nuovo termovalorizzatore, altro conto è fare una riapertura attraverso revamping di un impianto con una tecnologia di oltre 50 anni fa.

È successo che il Comune di Viareggio, capofila dei Comuni Rifiuti Zero, ha votato contro, ovviamente senza nessuna spiegazione. È quindi chiaro che voleva mantenere la possibilità di aprire un inceneritore. A parte il fatto che ci sono alcuni Comuni che vanno messi nella categoria degli ignari, che anch’essi senza nessuna spiegazione si sono astenuti, quindi per loro tutto è uguale, salvo di volta in volta dare segnali di grande sensibilità ambientalista. Non resta che dire come, nel mondo dei rifiuti, ci sia sempre qualche notizia a dir poco curiosa».

Ad oggi in tutto l’Ato Costa non ci sono impianti per il recupero energetico dei rifiuti secchi non riciclabili meccanicamente, dunque (anche) quelli che vengano bruciati nel termovalorizzatore di Livorno passano oggi dagli impianti di Trattamento meccanico biologico (Tmb) presenti sul territorio per poi essere inviati prevalentemente a smaltimento in discarica oppure esportati per essere recuperati energeticamente altrove.

Per trovare una soluzione a questo controsenso ambientale, è in progetto a Peccioli un innovativo impianto di ossicombustione, presentato nel giugno 2023 dal sindaco Macelloni insieme all’assessora regionale all’Ambiente Monia Monni, conquistandosi l’entusiasmo tra gli altri del presidente onorario di Legambiente e presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci.

L’iter autorizzativo è ancora in corso in Regione Toscana; nelle scorse settimane il presidente di Retiambiente, Daniele Fortini, ha auspicato che «le autorizzazioni possano arrivare entro l’estate, anche se si tratta di un progetto tanto complesso da occupare 11mila pagine. Successivamente, i tempi di cantiere per realizzarlo dovrebbero essere attorno a 28-29 mesi», dunque l’ossicombustore potrebbe essere pronto tra il 2027 e l’inizio del 2028. Nel frattempo però, in assenza d’impianti di prossimità per il recupero energetico, ogni ritardo si traduce in un aumento di volumi verso le discariche o l’export di rifiuti.

Luca Aterini

Luca Aterini, toscano, nasce settimino il 1 dicembre 1988. Non ha particolari talenti ma, come Einstein, si dichiara solo appassionatamente curioso: nel suo caso non è una battuta di spirito. Nell’infanzia non disegna, ma scarabocchia su fogli bianchi un’infinità di mappe del tesoro; fonda il Club della Natura, e prosegue il suo impegno studiando Scienze per la pace. Scrive da sempre e dal 2010 per greenreport, di cui è oggi caporedattore.