
Parco nazionale dell’Arcipelago toscano, le associazioni di categoria scrivono al ministro

La polemica sul commissariamento e presidenza del Parco, che sembrava una innocua palla di neve lanciata da Sinistra Italiana Avs nell’immobile e rassegnata politica elbana, si sta trasformando in una valanga politica e mediatica che rischia di travolgere la credibilità della destra anche tra i suoi supporter storici.
A scendere in campo oggi con un comunicato sono i pezzi da 90 dell’economia elbana – Federalberghi, Confcommercio Isola d’Elba, Confesercenti, Faita, Assocomelba, Cna e Coldiretti – che scrivono al ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani «lamentando forte preoccupazione per le modalità con cui si sta procedendo alla nomina del nuovo presidente del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano».
Le associazioni economiche bocciano di fatto la candidatura a commissario/presidente di Matteo Arcenni, il sindaco di Terricciola (PI) imposta dai vertici nazionali di Fratelli d’Italia e ricordano al ministro che «l’ecosistema ambientale dell’Elba non è soltanto un bene da tutelare, ma un pilastro fondamentale per uno sviluppo turistico sostenibile che valorizzi le peculiarità del territorio. Le Associazioni di Categoria Elbane, da sempre attivamente coinvolte nella costruzione del progetto Parco, esprimono forte preoccupazione per le modalità con cui si sta procedendo alla nomina del nuovo presidente del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano. Apprendiamo dalla stampa che si potrebbe procedere con una nomina esterna e non condivisa, senza consultare preventivamente le categorie economiche, come invece accaduto in passato».
Per questo, le associazioni di categoria chiedono «una nomina coerente e condivisa, individuando un profilo di comprovata competenza e radicato nel territorio, tra quelli già indicati dalla Comunità del Parco; auspichiamo un confronto aperto, nel quale i candidati possano presentare pubblicamente programmi e visioni per il Parco; invitiamo a confermare ad interim l’attuale presidente, per garantire continuità amministrativa fino alla nomina definitiva. Le imprese del territorio meritano rispetto e ascolto. Le decisioni che riguardano il futuro del Parco devono nascere dalla collaborazione, non da scelte calate dall’alto».
Una presa di distanza anche dalla decisione del sindaco di Portoferraio Tiziano Nocentini di accantonare la terna della Comunità del Parco (approvata anche da lui solo pochi giorni fa) e di candidare il suo vicesindaco Claudio De Santi (anche lui di Fratelli d’Italia). Ed è su questo voltafaccia che interviene anche il Partito democratico di Portoferraio, che fa notare: «C'è un limite a tutto. Da giorni ci troviamo catapultati in un balletto di candidature incredibili per la carica di presidente del Parco dell'Arcipelago toscano. Dal sindaco di Terricciola, preparato perché “va a vela” ad altri politici di secondo piano che il centrodestra butta lì solo per provocazione. L'ultima, incredibile offesa viene dal sindaco di Portoferraio che, anziché occuparsi di una città che sta toccando il minimo storico in termini di gestione, in condizioni MAI viste prima per decoro e non governo, al limite del collasso per mancanza di personale (festeggiando giustamente chi lascia!), gioca a rimescolare le cariche proponendo niente popò di meno che il suo vicesindaco, il fido De Santi».
Secondo il Pd l'uscita del primo cittadino portoferraiese «benché inaspettata, nasconde però un modus operandi del De Santi, già tristemente noto. Infatti, come fece già nel comune di Rio nell'Elba, quando ormai è chiaro il fallimento che di lì a poco si manifesterà in tutta la sua tragicità, De Santi scappa, o almeno cerca di scappare. Stride solamente che a concedergli la via di fuga sia colui sul quale poi ricadrà tutta la responsabilità di questo disastro e che lo aveva nominato come “esperto” senza nemmeno che i portoferraiesi lo avessero scelto e votato. Ora non gli serve più? Il balletto delle candidature è oltremodo stucchevole e vorrebbe renderci meno amaro il boccone “di ritorno” che ci si sta preparando già da tempo. Tutto per far tornare in campo “il meno peggio”, almeno secondo loro».
Il Pd portoferraiese conclude: «La verità è che ci sono fior di professionisti che potrebbero svolgere egregiamente quella carica ma non vengono nemmeno presi in considerazione per evitare il confronto con le candidature in campo, che risulterebbe assolutamente impietoso. Finirà che nomineranno un presidente per far scomparire il Parco, magari anche un cinghiale, purché sappia anche nuotare».
