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L’alluvione e la rotonda della vergogna a Portoferraio

Legambiente: «Questo stato di abbandono attrae incivili che usano la rotonda come discarica di rifiuti, che poi finiscono nel fosso che si voleva ripulire e di lì in mare»
 |  Toscana

Dopo l’inondazione del 13 febbraio scorso, dal fosso che attraversa la rotonda di Concia di Terra sono stati tolti importanti volumi di terra e fanghi che poi sono stati accumulati sull’area verde della stessa rotatoria, dove giacciono tutt’ora abbandonati e dove, durante le allerta meteo come quella di questi giorni, rischiano di essere nuovamente dilavati ritornando nel fosso dragato, oppure nei tombini della raccolta delle acque piovane di  via Cacciò e di  intasarli ancora, provocando gravi problemi ai residenti, che si ingegnano per ora a risolverli a soli.

È una situazione d'altronde condivisa anche con altre rotonde e tratti di strade un po’ in tutta l’Elba, che l’estate si trasformano in immondezzai lineari e circolari. Ma a Portoferraio il protrarsi di questo stato di abbandono, segnalatoci da diversi cittadini, non solo sembra peggiorare, ma attrarre gli incivili che usano la rotonda come discarica di rifiuti che poi finiscono nel fosso che si voleva ripulire e di lì in mare.

Una situazione insostenibile, denunciata da Legambiente per anni e in altre occasioni, ma per la quale nessuno sembra trovare una soluzione definitiva, e che nella stessa area si assomma ad altre problematiche ambientali, come la inesistente cura delle alberature vecchie e nuove.

Un’area che dovrebbe essere un tampone verde per mitigare gli effetti di un traffico intensissimo e che ospita anche sorprendentemente piante e animali legati alle zone umide, è diventata così un nuovo elemento di degrado e un pessimo biglietto da visita per chi arriva e parte da Portoferraio.

Al di là dell’emergenza, è sempre più urgente quel progetto di riqualificazione dell’intera area basato sula natura che Legambiente ha chiesto più volte anche negli anni passati e che non si stancherà di chiedere. 

Legambiente Arcipelago Toscano

È la più importante e diffusa associazione ambientalista delle isole toscane e - fondata nel 1983 - uno dei circoli più vecchi e conosciuti del Cigno Verde in Italia. E’ stata protagonista – anche nel durissimo confronto con gli antiparco- dell’istituzione del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ed è l’Associazione che più vigila sulla politica urbanistica e amministrativa delle Isole. Legambiente Arcipelago Toscano organizza trekking e feste che hanno al centro la biodiversità e la difesa del territorio, gestisce l’Aula VerdeBlu della Zona umida di Mola e il Santuario delle farfalle Ornella Casnati e con i suoi volontari che cerca per tutta l’estate cercano le tracce di nidificazione delle tartarughe marine.