Da discarica a miniera urbana, Scapigliato presenta il nuovo piano industriale
L’edizione 2025 del rapporto sui rifiuti speciali recentemente pubblicata (con dati 2023) dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) mostra che in Toscana la produzione di rifiuti speciali è aumentata nell’ultimo anno esaminato, passando da 9,7 a 10,4 milioni di tonnellate, con un incremento di molto superiore alla media nazionale (+7,4% vs +1,9%). Dominano la scena i rifiuti da costruzione e demolizione (49% del totale), seguiti dai “rifiuti da rifiuti” (34%), che esitano dalle filiere dell’economia circolare: dagli scarti del riciclo ai fanghi di depurazione.
Oggi in Toscana operano 14 discariche, che accettano 718.000 tonnellate di rifiuti speciali (il 6,8% contro il 4,4% della media nazionale), ma questo flusso è in brusca riduzione (meno 19%) dato che erano 863.000 le tonnellate nel 2022, quindi la riduzione è di 142.000 tonnellate. Questa una buona notizia.
Ed è in questo trend che si muove il nuovo piano industriale presentato da Scapigliato, società in house del Comune di Rosignano Marittimo che ha in carico l’omonimo polo impiantistico, tra i più importanti in regione per la gestione dei rifiuti speciali (compresi quelli di derivazione urbana) non pericolosi. A illustrarlo è stato il nuovo amministratore unico di Scapigliato – l’ingegnere ambientale Francesco Girardi –, che ha presentato ieri sera la prima parte della nuova traiettoria di sviluppo nell’ambito della riunione congiunta – convocata in piazza del Mercato a Rosignano Solvay, aperta a tutte le cittadine e i cittadini – tra la seconda e la quinta Commissione consiliare.
Questa prima parte del piano prevede investimenti per oltre 20 milioni di euro al 2030, pensati per accompagnare il graduale superamento dello smaltimento in discarica come principale attività del Polo impiantistico – nel rispetto dell’Autorizzazione integrata ambientale (AIA) in vigore, rilasciata con la delibera n. 160 dell’11/2/19 della Giunta toscana –, in favore del recupero di materia ed energia, coerentemente con le priorità individuate sia dal nuovo Piano regionale dell’economia circolare (Prec), sia alla gerarchia europea per la corretta gestione dei rifiuti.
L’elemento chiave per traguardare gli obiettivi del Prec sta nel realizzare sul territorio una dotazione impiantistica adeguata, che possa collocarsi più in alto nella gerarchia europea e dunque offrire un’alternativa alle discariche. In caso contrario, queste ultime saranno chiamate a rafforzare il proprio ruolo di presidio ambientale: nello scenario inerziale, il fabbisogno cumulato (2022-2028) per gli smaltimenti in discarica di rifiuti urbani e speciali viene infatti stimato dal Prec in 10.788.270 tonnellate, mentre in quello programmatico il dato si fermerebbe a 8.306.059 tonnellate. Guardando in particolare ai rifiuti speciali di derivazione urbana «oggi la Toscana riesce ad esportare poco o niente (a differenza di altre regioni) perché usa molto (oltre il 30%) le proprie discariche regionali, impianti gestiti in modo esemplare. Ma la discarica dovrà essere gradualmente ridotta, al meno del 10% del totale al 2035 – come ricordato su queste colonne dal coordinatore della Commissione Ambiente della Confservizi Cispel Toscana, Nicola Ciolini – Il nuovo Piano pone obiettivi intermedi prudenti ma significativi al 2024 (29%) e al 2026 (20%) e al 2027 (19%)».
Ed è nel dare slancio a questo sforzo verso l’economia circolare che si muove il nuovo Piano industriale di Scapigliato. Tra gli investimenti previsti spiccano quelli per il potenziamento della sezione di biostabilizzazione dell’impianto di Trattamento meccanico-biologico (Tmb) per 12.500 t/a; la realizzazione di una nuova linea di trattamento per Raee (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) per 10.000 t/a; l’estensione dell’area dedicata al compostaggio della frazione verde, fino alla saturazione della capacità attualmente autorizzata per 15.000 t/a; l’installazione di una nuova linea di trattamento per la frazione organica della raccolta differenziata (Forsu) per 5.000 t/a, dedicata in via prioritaria ai fabbisogni del Comune di Rosignano Marittimo; la realizzazione dei moduli già autorizzati (112mila ton) per lo smaltimento in sicurezza dei rifiuti contenenti amianto, a stimolo delle bonifiche necessarie sul territorio; l’attivazione di una nuova sezione per la produzione di biodiesel da oli esausti, con un investimento progressivo in tre moduli da 600 t/a ciascuno; vendita dell’acqua potabilizzata a valle dell’impianto di trattamento percolato esistente; l’upgrading del biogas attualmente captato dalla discarica in biometano da immettere nella rete Snam, grazie alla partnership già attiva con Waga Energy; l’installazione di pannelli fotovoltaici sulle superfici già in disponibilità nel Polo impiantistico (4 MW).
«Un Piano industriale che guarda al futuro, puntando su tecnologie innovative e sostenibili – lo descrive Girardi – L’approccio scelto privilegia una combinazione di impianti di media e piccola taglia, già ampiamente collaudati e sviluppati sia in Italia che all’estero. Il tutto nel pieno rispetto delle vocazioni del territorio, delle prescrizioni contenute nell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) rilasciata dalla Regione Toscana, delle normative sull’End of waste e dei principi dell’economia circolare. Un elemento distintivo del Piano è, infine, l’investimento in impianti fotovoltaici di servizio, che permetteranno di alimentare sia le nuove installazioni che le strutture esistenti con energia da fonte rinnovabile. Una scelta strategica che garantirà l’autosufficienza energetica del Polo e contribuirà concretamente al miglioramento del rating Esg, rafforzando l’impegno dell’azienda verso una transizione ecologica autentica e misurabile».
Ma l’orizzonte più affascinante, sebbene ancora da studiare in dettaglio – Girardi è alla guida di Scapigliato solo dal primo maggio di quest’anno –, è quello al 2035. Con l’obiettivo della piena salvaguardia dei posti di lavoro presenti nel Polo impiantistico, Scapigliato sta infatti esplorando la possibilità d’implementare un sistema di trattamento meccanico dei sovvalli da Tmb – indirizzato alla valorizzazione dei rifiuti plastici e non solo – ma soprattutto allo sviluppo dell’innovativa tecnologia di landfill mining, che permette di trasformare lotti di discarica ormai esauriti in vere e proprie miniere urbane, avviando a riciclo i materiali recuperabili un tempo interrati e ricavando al contempo volumetrie disponibili in discarica.
Un approccio che sta già fiorendo in provincia di Caserta (come mostra il caso della discarica di Maruzzella), che potrebbe portare alla ribalta nazionale il Polo di Scapigliato permettendo di coniugare le esigenze dell’economia circolare con quelle di smaltimento in sicurezza delle frazioni residuali da cui non è possibile ricavare più né materia né energia.
«Il progetto di sviluppo del Polo impiantistico di Scapigliato delinea, finalmente, una transizione reale e non solo formale dalla logica insostenibile e anacronistica della discarica alla piena circolarità – concludono il sindaco Claudio Marabotti e l’assessore Roberto Repeti – La prima fase consente lo sviluppo di progetti precisi che vanno verso la creazione di plurimi impianti dedicati al trattamento di rifiuti prodotti nel territorio. La prospettiva futura di sviluppi sperimentali estremamente promettenti come il “landfill mining” apre poi l’orizzonte verso il recupero di materiali, sepolti da tempo ma ancora recuperabili, ottenendo anche il vantaggio di “svuotare” i vecchi lotti di discarica, recuperando volumi per quanto ancora ci sia da conferire in discarica. È fondamentale infine che l’intero piano sia progettato per salvaguardare i posti di lavoro attuali».