
Grazie a eolico e solare l’Europa ha risparmiato 100 miliardi di euro in bolletta in tre anni: la conferma della Commissione Ue nella valutazione dei Pniec, eppure l'Italia resta indietro

Tra il 2022 e il 2024, gli Stati membri dell’Unione europea hanno installato circa 205 GW di capacità elettrica rinnovabile – una cifra superiore all'aumento registrato tra il 2014 e il 2022 – e i Piani nazionali integrati energia e clima (Pniec) appena valutati dalla Commissione Ue proseguiranno l’accelerazione, anche se non ancora al ritmo necessario.
La diffusione già pianificata delle fonti rinnovabili porterebbe l’Ue a coprire il 41% del consumo finale lordo di energia al 2030, a fronte di un obiettivo minimo pari a 42,5% (ma una valutazione più ottimistica delle proiezioni inserite nei Pniec porta il dato al 42,6%). In questo quadro l’Italia resta però tra i Paesi col freno a mano tirato. La Commissione Ue evidenzia che il Pniec italiano «punta a un contributo delle energie rinnovabili al consumo finale lordo di energia del 39,4% entro il 2030, leggermente inferiore all'obiettivo proposto del 40,5%».
«Le energie rinnovabili non sono solo un imperativo climatico – rimarca nel merito la Commissione Ue – Sono una leva fondamentale per fornire energia a prezzi accessibili, sicura e prodotta localmente a tutti gli europei. Si stima che i consumatori di elettricità dell'Ue abbiano risparmiato circa 100 miliardi di euro nel periodo 2021-2023 grazie alla produzione di elettricità aggiuntiva da impianti fotovoltaici ed eolici di nuova installazione». L'altra faccia della medaglia è quella della crisi climatica in corso, che lo sviluppo delle rinnovabili permette di mitigare: una necessità sempre più urgente, dato che negli stessi tre anni i danni da eventi meteo estremi nel Vecchio continente sono arrivati a pesare 163 miliardi di euro, rendendo sempre più evidente che la transizione ecologica più dispendiosa è quella che non viene fatta.
Duole dunque notare come le installazioni di impianti rinnovabili stiano invece rallentando in Italia, dove il primo quadrimestre del 2025 segna -12% rispetto all’anno scorso. Come recuperare? Entro il 2030 l’Italia dovrà raggiungere, secondo quanto previsto dal decreto Aree idonee, 80.001 MW di nuova potenza considerando le installazioni realizzate a partire dal 2021. Un obiettivo lontano dato che con le installazioni degli ultimi quattro anni il Paese ha raggiunto appena il 24,1% dell’obiettivo - 19.297 MW di nuova potenza installata dal 2021 al 2024.
Per colmare questo ritardo, spiega Legambiente, l’Italia dovrà realizzare nei prossimi 5,5 anni 60.704 MW, pari ad una media di 11.037 MW l’anno. Parliamo di almeno 3.557 MW in più rispetto a quanto fatto nel 2024 (7.480 MW).
