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Siccità in Toscana, Petraglia (SI): «Ha messo in ginocchio interi settori. Serve sostegno alle aziende»

Stato di Emergenza e Task Force Toscana provvedimenti positivi ma non sufficienti
 |  Acqua

«Cereali, pomodori, olive, prodotti della pastorizia e degli allevamenti e tanto altro. La produzione agricola della Toscana è in ginocchio a causa della siccità: siano presi provvedimenti, ad ogni livello istituzionale, per evitare che in ginocchio ci finiscano anche le aziende ed i lavoratori». A dirlo è Alessia Petraglia,  la senatrice di Sinistra Italiana eletta in Toscana, che aggiunge: ««Sono mesi che in tante zone della Toscana, a partire da quella costiera, Pisa e Grosseto, così come in Lunigiana, non scende una goccia d’acqua, e sono ormai mesi che le associazioni di categoria hanno lanciato l’allarme. Lo Stato di Emergenza dichiarato nei giorni scorsi dalla Regione Toscana e la Task Force costituita con l’Autorità idrica Toscana, le autorità di bacino, i Comuni e le Asl, seppur tardivi, sono provvedimenti positivi ma non sufficienti. Chiediamo, con una nostra interrogazione depositata in queste ore in Senato, l’intervento del governo, che vada oltre i primi pochi fondi stanziati dal Ministero delle Politiche agricole, affinché si prendano immediati provvedimenti urgenti a sostegno delle aziende toscane e di quelle delle altre regioni in difficoltà, a partire, ma non solo, dall’attivazione del fondo di solidarietà nazionale per il settore agricolo».

La Senatrice di SI- possibile sottolinea: «Dobbiamo registrare che tale situazione purtroppo non rappresenta più una novità e, che ne dicano i detrattori del riscaldamento globale, sempre più si alternano lunghi periodi di siccità con brevi ed intensi momenti di forti piogge, una combinazione che non permette l’accumulo di acqua nelle falde e che dovrebbe indurre ad interventi strutturali anch’essi attesi da anni e mai realizzati. Parliamo soprattutto degli invasi collinari e del recupero, a fini agricoli, delle acque reflue adeguatamente trattate. Anche in Toscana però come in buona parte d’Italia gli interventi strutturali e lungimiranti restano al palo. Così come la cultura dell’attenzione contro ogni spreco d’acqua ed in questo, è necessario ribadirlo, le istituzioni ed i gestori degli acquedotti vista la rete esistente, spesso un vero e proprio colabrodo, non danno certo un buon esempio».

Redazione Greenreport

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