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Audizione nazionale del Mase sulla conversione della Direttiva acque reflue: tutti i nodi da sciogliere

Il nuovo dispositivo apre una fase complessa per il mondo dell’acqua. Il ministero prova ad ascoltare tutti per arrivare per tempo alla legge di recepimento, ma i problemi da risolvere sono moltissimi. Intanto l’industria dei farmaci e dei cosmetici alza un muro sull’introduzione della Responsabilità estesa del produttore. Si parte male
 |  Acqua

Una giornata di lavoro intensa, dalle 9,30 alle 17,45, quella promossa dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, aperta a tutti gli attori per raccogliere pareri e proposte utili per convertire in legge italiana le Direttiva sulle acque reflue 2024/3019 entro il 31 luglio 2027.

Il coordinatore della giornata, dr Martinelli del Mase, ha annunciato che è imminente la pubblicazione (prevista per il 2/3 ottobre) da parte della Commissione europea di un vademecum sui pass per l’applicazione della Direttiva. Se è vero che gli orizzonti applicativi della Direttiva arrivano al 2045, è stato anche ricordato il ritardo accumulato nella applicazione della precedente direttiva del 1991. Stiamo ancora pagando 40 milioni di euro al mese per le procedure di infrazione comminate all’Italia e sono state recentemente avviate due nuove procedure di infrazioni, con possibili conseguenze economiche drammatiche. Una sentenza di marzo scorso che si applica a “solo” 137.000 abitanti equivalenti ci costa comunque circa 200 euro all’anno.

È stato chiarito anche che la neutralità energetica è un obiettivo non del singolo impianto di depurazione ma a scala nazionale o forse di area vasta (Ambito, Distretto). Ma l’indirizzo della direttiva resta chiaro: il gestore del servizio idrico è chiamato a diventare anche un player energetico, in un settore che è e sarà oggetto di strumenti economici, incentivi e finanziamenti (Ferx per esempio per il recupero energetico dai fanghi).

Regioni

Dopo le introduzioni di rito, sono intervenute tre Regioni chiamate dal ministero a dare il loro contributo.

Il Piemonte ha raccontato la sua esperienza “pilota” sul controllo e gestione dei Pfas, definita da una specifica legge regionale, sottolineando la difficoltà di procedere alle analisi chimiche di rilevamento di questi microinquinanti, date le piccole dimensioni di queste molecole. Inoltre i processi di trattamento quaternario sono fortemente energivori, aspetto che contrasta con gli obiettivi di decarbonizzazione che la direttiva introduce nel settore degli impianti di depurazione. Entrambi problemi che spingono a preferire le azioni di prevenzione e riduzione a monte della produzione di questi inquinanti, invece di perseguire strategie di accanimento dei trattamenti a valle.  Anche perché non tutti gli impianti destinatari degli obblighi di trattamento quaternario hanno spazi sufficienti per costruire una ulteriore sezione.

Aspetto che vale anche per l’adeguamento degli impianti compresi fra 1000 e 2000 abitanti, con obbligo di terziario, spesso piccoli e privi di spazi di ampliamento.

Anche la Lombardia ha sottolineato la difficoltà di reperire gli spazi fisici per l’ampliamento degli impianti grandi e piccoli.  Particolari difficoltà vengono segnalate sulla previsione della direttiva di estendere il suo raggio di applicazione alle acque di drenaggio urbano, oggi attività in capo ai comuni e solo in piccola parte coperta dalla tariffa del servizio idrico integrato. Serve un coordinamento fra Ministero e ARERA per definire meglio l’argomento nel prossimo quadro tariffario. Si sottolinea poi la necessità di precisare meglio la scala territoriale dell’applicazione delle percentuali di raggiungimento degli obiettivi indicati dalla direttiva e una precisazione nazionale dei criteri per le valutazioni del rischio. Ancora incertezze sui criteri di analisi e sulle tecniche analitiche specifiche per i Pfas che siano comuni a tutti, e ci si aspetta molto dal Progetto Mase sui Pfas annunciato.

ANEA

Per ANEA è intervenuto Andrea Cappelli, di AIT. Si pone il problema del ruolo degli enti di Ambito chiamati a definire i piani di investimento (6 anni) per i gestori in essere, ma anche di definire i contenuti delle prossime gare per le concessioni ormai in scadenze e sono molte. L’impatto economico della direttiva acque reflue deve essere chiaro quindi per tempo per poter svolgere le attività di pianificazione. Il punto critico sono le acque meteoriche, che non sono solo le reti per le acque bianche ma anche le fognature miste. Un problema è l’enorme quantità di investimenti da fare e mai gestito in forma industriale, non si conosce bene nemmeno la dimensione degli investimenti da fare né le caratteristiche delle infrastrutture esistenti e mal gestite. C’è poi il problema che la tariffa idrica si applica all’acqua consumata e misurata dal contatore, non è facile come calcolare un eventuale componente tariffaria legata ai costi delle acque meteoriche. Occorre evitare che le acque di pioggia vadano in reti di drenaggio con le infrastrutture verdi e blu e le nature based solutions, cose che solo gli enti territoriali possono fare e non i gestori.

ANEA sottolinea che i trattamenti individuali sono tema importante per definire quanto estendere la rete negli agglomerati e definire gli investimenti. Non ha senso spendere milioni di euro per trattare decine di abitanti.

Una precisazione attesa riguarda la definizione di ulteriori aree sensibili, che potrebbero determinare la estensione dei trattamenti terziari e quaternari ad impianti fra 10.000 e 150,000. Se questo accade il valore degli investimenti decuplica, perché la maggior parte degli impianti sono in quella dimensione. Un problema complesso riguarda le aree costiere e isole, dove è difficile estendere i trattamenti in aree molto piccole.

Autorità di distretto

Le Autorità di distretto hanno sottolineato la stretta connessione fra previsioni della direttiva qualità delle acque destinate al consumo umano e della direttiva acque reflue. Il Piano di gestione distrettuale è quindi il punto di partenza per la pianificazione degli investimenti a scala locale. Ma vanno coordinati i vari livelli di pianificazione, a partire dalla tempistica di aggiornamento dei piani di gestione di distretto (6 anni) con le scadenze fissate dalla direttiva quadro acque, non sempre allineata alle scadenze della Pianificazione prevista dalla Direttiva Quadro sulle Acque. Necessario anche un coordinamento fra i futuri Piani di gestione delle acque reflue e la pianificazione di distretto. Importante poi Il Programma nazionale di attuazione entro il 1° gennaio 2028 (contiene i finanziamenti) che dovrà coordinarsi con i Piani di distretto.

ARERA (Gallo)

ARERA ha illustrato gli sforzi che l’Autorità sta facendo per adeguare la regolazione nazionale ai target indicati dalla Direttiva acque reflue soprattutto nella regolazione della qualità tecnica. Quanto ai costi andranno definiti e inseriti nella Regolazione tariffaria, con la programmazione degli investimenti, inserendoli anche nel Piano delle opere strategiche (2024/2035). In questo Piano vanno inserite le priorità delle due direttive e la disponibilità di risorse pubbliche (PNRR, PNIISSI). Sono già previste opere collegate alla nuova direttiva, con 28 miliardi di finanziamenti fra 24 e 29 (35% fognatura e depurazione, + 5% per resilienza idrica) utili al conseguimento degli obiettivi della direttiva acque reflue ma ci sono anche gli altri obiettivi (acque potabili).

Entro la fine dell’anno è prevista la revisione del metodo tariffario ed un aggiustamento della qualità tecnica che possono essere l’occasione per integrare aspetti legati alla implementazione nuova direttiva acque reflue.

UTILITALIA (Tellini, Polizzi)

Presentata una survey su un campione di aziende che indica le previsioni si adozione delle previsioni della direttiva. Gli Investimenti per trattamenti terziari e quaternari sono rilevanti e la tempistica è molto stretta. Per Utilitalia è necessario un grande sforzo di coordinamento, ma non si nasconde una certa preoccupazione. Avanzate alcune proposte: esonerare gli impianti che già rispettano i limiti in uscita dalla realizzazione di terziari e quaternari.

Importante poi che il Recepimento sia coerente con altre direttive come quella relativa all’efficienza energetica, per cui si propone che gli obblighi per i gestori siano realizzati se la ISO 50001 è rispettata. Quanto a rafforzare la capacità delle utilities di produrre energia in propria si propone di considerare le rinnovabili in sito, ma anche a scala di gruppo industriale, se si indicano con chiarezza le tipologie di FER utilizzabili, e che si introducano semplificazioni autorizzative per i gestori del servizio idrico integrato. Quanto alle autorizzazioni per scarichi non domestici, il parere del gestore del servizio idrico deve essere vincolante.

Molte Università sono intervenute su specifici punti tecnici, ma nel pomeriggio è andata in onda l’attacco alla Direttiva da parte delle industrie dei farmaci e dei cosmetici che hanno esplicitamente chiesto la sospensione delle norme sull’EPR ritenute incongrue e non proporzionali, per procedere ad una revisione della Direttiva su questo punto. Un attacco frontale cui il Mase ha correttamente risposto che il loro compito è implementare questa direttiva per come è scritta adesso. Una battaglia che continuerà a scala europea e di Stati membri.

 

Andrea Sbandati

Andrea Sbandati è senior advisor di Confservizi Cispel Toscana (l’Associazione regionale delle imprese di servizio pubblico), dopo esserne stato Direttore fino a novembre 2024. È esperto senior nella regolazione economica della gestione dei rifiuti urbani e dei servizi idrici (sistemi tariffari, piani industriali, benchmark), come nella organizzazione dei servizi pubblici locali (acqua, rifiuti, trasporti, energia, altro). Ricercatore senior nel campo della gestione dei rifiuti e dell'acqua, docente in Master di specializzazione nella regolazione economica dei servizi ambientali locali (Sant'Anna, Turin school of regulation). Da venti anni coordinatore ed esperto di progetti di assistenza tecnica e cooperazione internazionale nei servizi pubblici locali (Medio Oriente, Africa, Sud America).