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One Water: «Dalla crisi idrica effetti economici severi su tutti i Paesi, riduzione del Pil fino al 15% entro il 2050»

L’intervento al summit del Cairo di Rago, vice presidente del comitato promotore del Forum Euromediterraneo dell’acqua. L’appuntamento in Egitto è stato l’occasione per lanciare i prossimi appuntamenti strategici, dalla riunione ministeriale per l’approvazione della Dichiarazione Euromediterranea sull’acqua all’appuntamento a Roma dell’autunno 2026
 |  Acqua

«La crisi idrica senza precedenti che stiamo vivendo avrà impatti economici severi: i Paesi ad alto reddito potrebbero vedere il loro Pil ridursi in media dell’8% entro il 2050, mentre quelli a basso reddito potrebbero subire cali ancora più marcati, tra il 10% e il 15%». Marco Rago è il vice presidente di One Water, il comitato promotore del Forum Euromediterraneo dell'Acqua che si svolgerà a Roma dal 29 settembre al 2 ottobre del prossimo anno, con il coinvolgimento attivo delle istituzioni, di esperti tecnici specializzati, della società civile, di organizzazioni come  Ewa- Fondazione Earth water agenda.  Rago è intervenuto alla Water Cairo Week, la piattaforma di scambio di conoscenze, dialogo politico e promozione di soluzioni innovative per affrontare le sfide della scarsità d'acqua e del cambiamento climatico.

Con la sua presenza al Cairo, One Water ha voluto sensibilizzare sull’importanza geopolitica delle risorse idriche, sottolineando le interazioni tra la crisi idrica, cambiamenti climatici e perdita del capitale naturale del pianeta: «Il ciclo dell’acqua dovrebbe essere gestito come un bene comune globale», ha detto nel suo intervento Rago.

Durante la giornata di lavori, Emilio Ciarlo, direttore generale di One Water, e Biagio Di Terlizzi, direttore del Ciheam di Bari, hanno fatto invece il punto sui risultati del progetto One Water, iniziativa finanziata dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione. Fra gli esiti del progetto, la costruzione di un network tra stakeholder pubblici, privati, istituzionali e della società civile mediterranea che non solo ha favorito il dialogo e lo scambio di buone pratiche fra gli attori partecipanti, ma ha anche garantito un coinvolgimento attivo e costante delle parti durante tutte le fasi di lavoro. Ciarlo ha sottolineato che «il rafforzamento delle relazioni tra i Paesi e la partecipazione a momenti istituzionali hanno contribuito a posizionare il progetto come un punto di riferimento nella governance idrica euromediterranea». Il progetto One Water, infatti, attraverso 4 incontri regionali, diverse missioni istituzionali e 4 tavoli di lavoro tematici, ha realizzato una mappatura dettagliata delle politiche, delle normative e delle pratiche di governance in 17 Paesi partner, tra cui Mauritania, Algeria, Marocco, Egitto, Tunisia, Libano, Giordania e Balcani, coinvolgendo un centinaio di esperti, responsabili politici, manager da tutti i Paesi dell’area.

L’Italia ambisce a diventare una «superpotenza» per la sicurezza idrica nel Mediterraneo  e l’evento del Cairo è stato l’occasione per lanciare i prossimi appuntamenti strategici. In primo luogo, la riunione ministeriale per l’approvazione della Dichiarazione Euromediterranea sull’Acqua, convocata dall’Unione per il Mediterraneo il prossimo marzo. Ma soprattutto per rinnovare l’impegno verso il Forum Euromediterraneo sull’Acqua dell’autonno del prossimo anno e che rappresenterà una grande piattaforma di discussione tra governi, esperti tecnici, società civile e settore privato per unire le forze verso l’ambizioso obiettivo della «sicurezza idrica» nel Mediterraneo entro il 2050.

Redazione Greenreport

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