
Iss: per (quasi) tutti i casi italiani l'infezione da coronavirus è avvenuta in Italia, non all'estero

Integrando i dati microbiologici ed epidemiologici forniti dalle Regioni e Provincie Autonome e dal Laboratorio nazionale di riferimento per Sars-Cov-2 dell’Iss, l’Istituto superiore di sanità ha pubblicato un primo report utile per capire la catena di trasmissione del coronavirus.
«L’indagine epidemiologica – spiega l’Iss – suggerisce che la trasmissione dell’infezione sia avvenuta in Italia per tutti i casi, ad eccezione dei primi tre casi segnalati dalla regione Lazio che si sono verosimilmente infettati in Cina; è stato poi segnalata dalla regione Lombardia una persona di nazionalità iraniana, tuttavia non è stato indicato dove possa essere avvenuto il contagio che si è verosimilmente infettato in Iran».
Attualmente non è possibile ricostruire per tutti i pazienti la catena di trasmissione dell’infezione, ma «la maggior parte dei casi segnalati in Italia riportano un collegamento epidemiologico con altri casi diagnosticati in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, le zone più colpite dall’epidemia». Secondo i dati aggiornati ieri sera dalla Protezione civile, infatti al momento 8.514 persone risultano positive al coronavirus Sars-Cov-2, di cui 4.427 in Lombardia, 1.417 in Emilia-Romagna e 783 in Veneto; 631 invece i decessi su suolo nazionale, e 1004 le persone guarite.
Nel documento elaborato dall’Iss, basato sulla situazione alle ore 10 del 9 marzo 2020, lo stato clinico è disponibile solo per 2.539 casi, di cui 518 (9,8%) asintomatici, 270 (5,1%) pauci-sintomatici, 1.622 (30,7%) con sintomi per cui non viene specificato il livello di gravità, 1.593 (30,1%) con sintomi lievi, 297 (5,6%) con sintomi severi, 985 (18,6%) critici. Il 21% dei casi risulta ospedalizzato, e tra quelli di cui si conosce il reparto di ricovero (1.545) il 12% risulta in terapia intensiva. L’età mediana è di 69 anni (0-18 anni: 0%; 19-50 anni: 10%; 51-70 anni: 46%; >70 anni: 44%).
«L’indagine – ha sottolineato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro – rileva una percentuale significativa di casi sotto i 30 anni, un dato che conferma quanto questa fascia di età sia cruciale nella trasmissione del virus».
