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Scuola e sostenibilità, la proposta peripatetica del Wwf ai tempi del Covid-19

Le 50 idee del Wwf al centro del rilancio del Paese
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Favorire la outdoor education in contatto con la natura. E’ una delle proposte per la scuola che Wwf ha inviato al governo, e in tutto sono 50 idee, per far sì che la sostenibilià ambientale, la decarbonizzazione e l’economia circolare siano al centro del Piano di rilancio del Paese, che verrà definito a settembre di quest’anno, così come annunciato dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri. Gli interventi per migliorare l’innovazione, l’efficienza e l’efficacia del nostro sistema economico e produttivo non possono che essere coerenti e conseguenti con le scelte del Green Deal dell’Ue: scelte che qualificano e costituiscono la sfida competitiva dell’Italia per garantire un futuro anche su scala globale in tutti i settori di intervento.

Le straordinarie risorse pubbliche in campo per il rilancio dell’Italia e dell’Europa, costituiscono per il Wwf un’occasione imperdibile, per dare subito concretezza a nuove politiche e strumenti di sostenibilità ambientale e sociale.

Per quanto riguarda la scuola, assai bistrattata per conto di greenreport a seguito dell’emergenza Covid-19, la proposta dell’associazione ambientalista è non solo condivisibile, ma pure piuttosto attuabile stante le prospettive attuali di riaperture non in totale presenza per settembre. Una sorta di scuola peripatetica di aristoteliana memoria e “in coerenza con i numerosi protocolli d’intesa sottoscritti dal Ministero per l’Istruzione con altri dicasteri, istituzioni e organizzazioni nazionali e internazionali, enti, associazioni di settore sui temi dell’educazione ambientale, alla sostenibilità, al patrimonio culturale, alla cittadinanza globale”. La richiesta è che tutto questo “assuma centralità nei programmi educativi e nelle attività formative il rapporto e il contatto con la natura per favorire attività conoscitive ed esperienziali che abbiano una valenza positiva anche per lo sviluppo fisico e cognitivo e il benessere dei bambini e delle bambine e delle generazioni più giovani, concentrate per la maggior parte nelle città. In coerenza con questi obiettivi e con la Strategia UNECE (definita in occasione dello High-level meeting dei Ministeri dell’Ambiente e dell’Educazione - Vilnius, 17-18 March 2005), si deve opportunamente supportare la formazione del personale docente, al fine di integrare l’educazione formale con quella non formale fatta nelle aree verdi e/o protette e facilitare, più in generale, le attività di outdoor education”.

Il Panda spiega che “l’Italia deve dotarsi di una Strategia Nazionale di Educazione allo Sviluppo Sostenibile e promuovere progetti educativi e formativi (supportando il Piano nazionale per la formazione dei docenti elaborato dal Miur e reso pubblico a ottobre 2016) rivolti a tutte le componenti del mondo della scuola: studenti, insegnanti, famiglie”. Ottimo che abbia inserito le famiglie, e non solo gli studenti, perché come dice sempre il Wwf “l’educazione è una condizione necessaria, anche se non l’unica, per rendere le persone capaci delle scelte necessarie alla costruzione di un mondo che verrà migliore rispetto a quello che ha preceduto la crisi del Covid19”.

“L’obiettivo dell’Educazione per lo Sviluppo Sostenibile – continua l’associazione - è aiutare le persone a capire meglio il mondo in cui vivono, cogliendo la complessità e l'interconnessione di problemi sociali economici e ambientali che minacciano il nostro futuro comune, e a prendere decisioni e comportarsi in modo culturalmente adeguato e localmente significativo per risolvere i problemi che minacciano il nostro futuro comune”.

Questo obiettivo dell’educazione è ribadito dal Target 4.7 dell’Agenda 2030: “Entro il 2030, assicurarsi che tutti gli studenti acquisiscano le conoscenze e le competenze necessarie per promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso, tra l’altro, l'educazione per lo sviluppo sostenibile.” E dunque quale miglior cosa di riprendere la scuola a settembre con lezioni nei parchi, oltre a quelle ovviamente altrettanto necessarie in presenza in aula?

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.