
La Giornata mondiale della malaria ci ricorda che la malattia non è debellata: nel 2023, 263 milioni di casi

La malaria è una malattia tutt’altro che debellata, e non solo nei paesi in via di sviluppo. Nel 2023, secondo i dati in possesso dell’Istituto superiore di sanità, ci sono stati 263 milioni di casi in 83 Paesi endemici per questo morbo e i decessi sono stati 597.000. E se è stata istituita una giornata mondiale per la lotta a questa malattia – si celebra domani – è perché la malaria rappresenta una minaccia sanitaria per metà della popolazione mondiale, resa ancora più pericolosa dalla mancanza di un vaccino completamente efficace, dalla diffusione di plasmodi resistenti ai farmaci, da zanzare resistenti agli insetticidi e non ultimo dai cambiamenti climatici che fanno guadagnare sempre nuovi territori alle zanzare.
Non a caso alcuni mesi fa l’allarme era scattato anche in una regione italiana, il Veneto: una più approfondita analisi aveva confermato che fortunatamente non si trattava di un caso autoctono, ma una recente ricerca condotta dal Centro euromediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc) ha informa che, senza un cambio di passo nella lotta alla crisi climatica, entro il 2100 oltre il 20% della popolazione italiana sarà di nuovo a rischio contagio malaria, dato che il riscaldamento del clima favorirà i vettori come le zanzare.
Già oggi nella stessa Unione europea si riscontra una casistica esigua ma non nulla: i dati del 2022 parlano di 6131 casi confermati (0,8 casi per 100.000 abitanti), con la Francia che ha riportato il maggior numero di casi, seguita da Germania, Spagna, Italia e Belgio. Il 99,8% dei casi sono risultati associati a viaggi in aree endemiche. Tredici casi sono stati riportati come acquisiti localmente: 7 in Francia, 3 in Germania, 2 in Spagna, e 1 in Irlanda.
In Italia, restringendo ancor più lo sguardo, nel periodo pre-pandemico 2017-2019, si è riscontrata una certa stabilità, con un numero medio di 788 casi. Nel 2020-2021, a causa delle misure restrittive sui viaggi internazionali attuate per contrastare la pandemia di Covid-19, si è osservata una drastica diminuzione delle notifiche di malaria, rispettivamente con un numero medio di casi di 181 e 433. Nel periodo post-pandemico è stata evidenziata una lenta ripresa dei casi, con 596 nel 2022 e 798 casi nel 2023. In gran parte (circa 700 nel 2023) si tratta di casi importati che coinvolgono stranieri di ritorno da viaggi nei loro paesi di origine. Il motivo del viaggio in aree endemiche per gli Italiani includeva principalmente viaggi per lavoro (46%), seguito da turismo (26%) e volontariato/missione religiosa (19%). Gli stranieri presentano invece come principale motivo brevi viaggi nei loro paesi di origine (80%) , mentre per 13% sono al primo ingresso in Italia.
