
Reati contro gli animali, c’è la legge. Legambiente e Wwf: «Ora per coerenza stop alle nuove norme sulla caccia»

Nuove sanzioni, multe inasprite e in alcuni casi anche il carcere per chi uccide, maltratta, abbandona o commercia illecitamente gli animali. Il Parlamento ha approvato in via definitiva la proposta di legge a prima firma Brambilla, impostata sul fatto che gli animali non sono oggetti bensì soggetti, provvisti dunque di tutele giuridiche e diritti in modo indipendente dal nostro modo di percepirli.
Il testo approvato introduce nuove sanzioni per chi viene giudicato colpevole di forme di maltrattamento. Per l’uccisione di animali l'arresto passa dalla forbice tra 4 e 24 mesi a quella tra 6 e 36 mesi e l'ammenda va da 5.000 a 30.000 euro; per il maltrattamento degli animali, l'arresto passa da 3 a 18 mesi a 6-24 mesi; gli spettacoli e le manifestazioni vietate vengono sanzionati con l'ammenda che passa da 3mila a 15mila euro a 15mila-30mila euro; i combattimenti clandestini prevedono l'arresto da 24 a 48 mesi (era da 12 a 36 mesi). Si introduce poi il divieto di «abbattimento degli animali coinvolti, che dovranno rimanere sotto custodia fino alla fine del processo».
Sono state anche inserite circostanze aggravanti che determinano, per questi reati, un aumento della pena se i fatti sono commessi alla presenza di minori, nei confronti di più animali oppure se l’autore diffonde i reati commessi attraverso strumenti informatici o telematici, immagini, video o altre rappresentazioni.
Viene introdotto il divieto totale anche di utilizzare pellicce di gatti domestici per fini commerciali e quello di tenere cani legati alla catena. Inserita anche una attenzione alle specie protette: per l’uccisione, cattura, o detenzione è previsto l’arresto da 3 mesi a 1 anno con ammenda fino a 8 mila euro. Nuove norme anche per la compravendita di cuccioli: i traffici illeciti saranno puniti con la reclusione da 4 a 18 mesi ed una multa da 6 mila a 30 mila euro.
Tutte queste novità vengono giudicate positivamente dalle associazioni ambientaliste e animaliste, che però sottolineano l’insufficienza e la parzialità delle tutele che tuttora permane nel quadro giuridico e che anzi, con il disegno di legge sulla caccia a cui sta lavorando il governo, rischia di peggiorare ulteriormente le cose.
Legambiente e Wwf Italia hanno scritto una nota congiunta in cui sottolineano proprio questo aspetto. «A dieci anni dall’approvazione della legge sugli ecoreati che prevede i delitti ambientali nel Codice penale – scrivono le due associazioni – ora arriva un altro importante passo di civiltà, grazie all’approvazione definitiva del dl sui i reati contro gli animali. Finalmente, nel rispetto dell'articolo 9 della Costituzione, la legge riconosce gli animali quali vittime dirette dei reati e vengono inasprite le pene contro l’uccisione e il maltrattamento, gli spettacoli e le competizioni non autorizzate tra animali, anche con nuove procedure, in tema di sequestro e confisca. Un passo in avanti significativo che auspichiamo venga rafforzato dalla giurisprudenza».
Questa legge però, evidenziano Legambiente e Wwf, non coglie l’importante occasione di attuare la nuova Direttiva europea 2024/1203 sulla tutela penale dell’ambiente nella parte in cui impone ai Paesi membri di stabilire sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive anche per il contrasto dei crimini a danno degli animali selvatici, a partire dalla previsione di un minimo di 3 anni di reclusione per bracconieri e trafficanti e dal rafforzamento degli strumenti investigativi e di prevenzione. «La riforma va completata quanto prima attraverso il recepimento di questa direttiva, introducendo nel nuovo titolo del Codice penale dedicato ai delitti contro gli animali anche il delitto di bracconaggio e traffico illecito di specie protette ed eliminando tutti gli ostacoli che oggi impediscono una repressione efficace del fenomeno».
Allo stesso tempo le due associazioni lanciano un monito al Governo Meloni. «Se da un lato l’approvazione del DdL per i reati contro gli animali rappresenta un passo importante, dall’altro lato l’intenzione del Governo di presentare un Ddl caccia che di fatto legalizza il bracconaggio, eliminando le principali tutele per gli animali selvatici, svuoterebbe di significato le norme oggi approvate aumentando le diseguaglianze, in termini di tutela, tra gli animali d’affezione e gli animali selvatici e calpestando l’art. 9 della Costituzione».
