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«Impazzito». «Ricattabile»: Trump e Musk allo scontro frontale tra insulti e minacce

Il presidente Usa parla di tagli a danno delle imprese del miliardario, che mette sul piatto la vicenda del finanziere pedofilo Epstein. E intanto la proposta di legge fiscale a favore dei più ricchi, che apparentemente ha innescato lo scontro, marcia indisturbata
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I media statunitensi scrivono e dopo poche ore smentiscono che la Casa Bianca stia programmando una telefonata tra i due, illustri protagonisti di uno scambio di accuse, insulti, per niente velate minacce volate in diretta in video e poi via social nella serata di ieri. Ma i media statunitensi, e non solo, titolano anche altro. In particolare, due domande. La prima: quanti danni potrebbe fare Donald Trump a Elon Musk? La seconda: quanto male potrebbe fare Elon Musk a Donald Trump, sulla scia dell’accusa di tenere coperte certe informazioni sul finanziere pedofilo Jeffrey Epstein perché nei file riguardanti i suoi giri di prostituzione con minorenni compare anche il nome del presidente Usa?

Ma riavvolgiamo il nastro per chi, - complice il fuso orario e magari anche la sana abitudine di non frequentare le piattaforme social Truth (di proprietà di Trump) e X (di proprietà di Musk) - si sia perso la scena.

La scena, in sintesi, è questa: l’uomo più potente del mondo e l’uomo più ricco del mondo ieri sono andati allo scontro frontale. Trump in conferenza stampa alla Casa Bianca ha accusato Musk di aver definito un «disgustoso abominio» la proposta di legge che prevede tagli alle tasse per le fasce di reddito più alte solo perché ha visto che prevede il taglio dei sussidi ai veicoli elettrici; il patron di Tesla (azienda di auto elettriche che ieri ha registrato un crollo del 14% a Wall Street) ha detto che il tycoon avrebbe perso alle elezioni di novembre senza il suo aiuto e ha lanciato su X un referendum proponendo di far nascere un nuovo partito; il presidente Usa ha minacciato di togliergli altri sussidi governativi e l’altro (padrone di SpaceX) ha annunciato che smantellerà il progetto Dragon, di cui si serve la Nasa; Musk ha detto che quello è «impazzito» quando è stato «tolto l’obbligo di comprare veicoli elettrici che nessuno voleva» e quell’altro ha sganciato la «bomba» su Trump nei file Epstein, «per questo non sono stati resi pubblici». In verità si sapeva da tempo che il nome del tycoon fosse presente in quei file dell’uomo d’affari morto suicida nel carcere dove era detenuto per sfruttamento sessuale minorile, così come non è difficile trovare online foto e video che ritraggono i due insieme. Ma per come l’ha messa e per l’aggiunta dell’auspicio che arrivi l’impeachment per Trump, Musk fa intendere di essere a conoscenza di altro, di qualcosa di più compromettente, riguardo quei file e il coinvolgimento del presidente Usa.

Non a caso, personalità vicine ai due che fino a un certo punto si sono date da fare per gettare acqua sul fuoco e far rientrare la lite tra i due, dopo la «bomba» sul finanziere pedofilo hanno gettato la spugna e si sono fatte da parte.

Ora bisognerà vedere come evolverà la faccenda, se veramente ci sarà e di che tipo una telefonata tra i due. A cosa porterà. Quel che è certo, è che questa storia a un tempo ha portato in primo piano una proposta di legge giustamente criticata e, contemporaneamente, ha spostato i riflettori da questo provvedimento che i Repubblicani definiscono “Big, beautiful bill” e che, detta più prosaicamente e in sintesi, toglie ai poveri per dare ai ricchi, focalizzando invece l’attenzione sullo scambio di accuse personali tra i due.

Chi continua a tenere la barra dritta, e contro, la proposta di legge è il Sierra club, che sottolinea che il provvedimento eliminerebbe i finanziamenti per decine di programmi per l’energia pulita creati dall'Inflation Reduction Act, istituirebbe un sistema di «pay to pollute» che consente alle compagnie di combustibili fossili di aggirare le salvaguardie ambientali pagando una tassa minima, abrogherebbe gli standard di emissione dei gas di scarico per i veicoli ed eliminerebbe i finanziamenti per i veicoli pesanti puliti come gli scuolabus elettrici. La proposta di legge, che ha già incassato un primo via libera, prevede anche l’abrogazione dei fondi per il piano di recupero della legge sulle specie minacciate di estinzione, l’eliminazione dei programmi per la produzione pulita e l’innovazione industriale e l’abrogazione del programma di riduzione delle emissioni di metano per ridurre gli sprechi e l'inquinamento dell'industria petrolifera e del gas. «È un attacco all’aria e all’acqua pulite – dice la direttrice legislativa di Sierra Club Melinda Pierce – aumenterebbe le tariffe energetiche per le famiglie e le piccole imprese e metterebbe in pericolo la salute di tutti gli americani, il tutto per concedere ulteriori agevolazioni fiscali ai ricchi donatori di Trump». E non è la sola a criticare il provvedimento.

L’economista Paul Krugman indica tutte le storture del cosiddetto “Big, beautiful bill”, ma il suo giudizio è ancora più duro circa le responsabilità di Musk in questa sua avventura al Doge, circa i tagli a Medicaid e agli altri programmi di aiuto esteri, circa la «Muskenjugend» (richiamo alla Hitler-Jugend, la gioventù hitleriana), ovvero «gli accoliti estremamente giovani e assolutamente non qualificati Doge che si sono paracadutati nelle agenzie governative, hanno interrotto le operazioni del governo federale, in alcuni casi hanno licenziato sommariamente lavoratori cruciali senza fare alcuno sforzo per capire il loro lavoro, incoraggiando molti altri a prendere il pensionamento anticipato».

I danni già provocati dalla coppia Trump-Musk sono incalcolabili. Idem quelli che potrebbero arrivare ora che la coppia è scoppiata. Che ci sia o meno, a breve o tra qualche giorno, la telefonata inizialmente ventilata dallo staff della Casa Bianca e poi archiviata dopo che lo stesso Trump ha fatto sapere pubblicamente di non essere interessato «a parlare con quel poveretto impazzito».

Simone Collini

Dottore di ricerca in Filosofia e giornalista professionista. Ha lavorato come cronista parlamentare e caposervizio politico al quotidiano l’Unità. Ha scritto per il sito web dell’Agenzia spaziale italiana e per la rivista Global Science. Come esperto in comunicazione politico-istituzionale ha ricoperto il ruolo di portavoce del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel biennio 2017-2018. Consulente per la comunicazione e attività di ufficio stampa anche per l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, Unisin/Confsal, Ordine degli Architetti di Roma. Ha pubblicato con Castelvecchi il libro “Di sana pianta – L’innovazione e il buon governo”.